La Cisl spinge per la fusione dei Comuni
Per il sindacato potrebbe partire dal territorio vibonese la gestione associata delle funzioni tra i centri al di sotto di 5.000 abitanti.
Si è riunito nei giorni scorsi a Vibo il coordinamento della Cisl provinciale alla presenza del segretario generale Pino De Tursi, del segretario Pino Garrì, Lello Blandino e Bruno La Fortuna per la Fnp, Fabio Blandino e Secondo Chiavelli per la Filca, Sebastiano Monaco per la Fai ed Enzo Pagnotta per la Fit. Nel corso della riunione forte preoccupazione è stata espressa per la «situazione in cui versa il territorio vibonese a causa della grave crisi economica e sociale in atto, della sostanziale riduzione di servizi erogati, della scadente qualità della vita, dell’aumento costante di disoccupazione e mobilità».
A tali fattori si aggiungono gli effetti della spoliazione di «una serie di uffici decentrati per effetto della riduzione della spesa pubblica» che ha fatto sì che siano andate «perse la Direzione provinciale del Tesoro, la Motorizzazione civile, la Camera di commercio ed in corso di smantellamento siano pure la Prefettura, la Questura, la Scuola di polizia e forse anche il Tribunale, nonostante le rassicurazioni del ministro della Giustizia nella sua fugace venuta a Vibo».
«Come si può avere ancora fiducia in uno Stato che abbandona i cittadini proprio nel momento di maggior bisogno e che chiede nel contempo sacrifici e rispetto delle regole, quando rischia di lasciare nelle mani della criminalità organizzata il controllo del territorio?» si chiede la Cisl, aggiungendo all’elenco anche i tagli alla sanità che «risente di ridimensionamenti che penalizzano le strutture ospedaliere di Serra e Tropea, mentre a Vibo si chiudono reparti o si riducono le prestazioni». A questo punto «ben venga una mobilitazione sinergica a tutela degli interessi di questa parte di territorio calabrese divenuta marginale e che rivendica il rispetto di pari dignità con il resto del Paese».
Decisivo, per il sindacato, che non tralascia di chiamare in causa le colpe della Regione in materia di riordino delle funzioni delle province, è l’accorpamento dei servizi, ovvero «l’individuazione di ambiti ottimali, di zone omogenee per l’esercizio associato delle funzioni comunali, preludio probabile alla fusione di comuni». Da qui la proposta della Cisl, secondo la quale «potrebbe partire dal territorio vibonese l’amministrazione condivisa delle funzioni di Comuni al di sotto di 5.000 abitanti e con il Capoluogo come riferimento per l’area circostante dei Comuni di Ionadi, Mileto, S. Gregorio, S. Onofrio, Pizzo, solo per citarne alcuni, che vogliono lanciare la vera sfida al cambiamento, investendo, quale associazione di Enti territoriali, nel riordino dell’amministrazione locale in termini di efficienza e funzionalità».
Ma «per realizzare tutto» questo viene chiesto con forza «l’intervento da parte della Regione che dovrà dimostrare di essere il centro propulsore di un nuovo sistema istituzionale. Da qui – spiega il segretario De Tursi – la necessità di ribaltare l’attuale legge 14/2015, che ancora una volta regolamenta la sola emergenza, senza un vero filo logico, predisponendo di contro una legge generale di riordino delle funzioni degli Enti locali innovativa e riformista, puntando sull’individuazione di ambiti territoriali di gestione associata che potrà concorrere a realizzare la coesione sociale, sfruttando pienamente l’opportunità dei fondi europei».