Provincia di Vibo, in 10 anni 300 dipendenti in meno: da 400 a 99. Il presidente L’Andolina: «Ci stiamo rialzando»
Conti (quasi) risanati ma le spese ancora limitano l’azione dell’Ente sovracomunale. Mille chilometri di strade e 32 edifici scolastici da gestire. Criticità e ambizioni di un presidio pubblico che dopo la riforma Delrio non è né carne né pesce

Prima della riforma Delrio, nel 2014, la Provincia di Vibo Valentia contava qualcosa come 400 dipendenti, oggi ne sono rimasti solo 99 a gestire le stesse strade e le stesse scuole. Il palazzo a tre piani “senza nome” di Contrada Bitonto (spesso viene ancora definito Palazzo ex Enel come avviene per tanti edifici pubblici in molte altre parti d’Italia) non pullula più di gente. Gli uffici al piano terra ospitano qualche classe del Liceo Capialbi per sopperire alla carenza di aule in attesa del completamento dei lavori antisismici in corso in alcuni edifici scolastici.
Eppure la Provincia c’è (ancora) e lavora per gestire le due principali competenze, quelle relative alla rete stradale e all’edilizia scolastica: mille chilometri di strade provinciali e 32 scuole. «Più edifici scolastici di quanti ne gestisce la provincia di Catanzaro», sottolinea il presidente Corrado L’Andolina, sindaco di Zambrone che dal 29 gennaio 2023 guida l’ente sovracomunale. Tra le priorità, quella di mettere a posto i conti e risanare un debito da 11 milioni di euro. Tanti ne ha accertati l’Organismo straordinario di liquidazione (Osl). Sul groppone dell’ente ci sono pure 7 milioni di debiti tra fitti, contenziosi ed espropri non pagati.
«Nonostante tutto siamo riusciti ad approvare per due anni consecutivi il bilancio, cosa che non accadeva da qualche lustro», rimarca L’Andolina. «Oltre alla sana gestione delle annualità abbiamo anche registrato una riduzione del debito pregresso. Tutto questo lascia ben sperare – continua -. Oggi la situazione è buona rispetto al passato. L’Ente ha un pregresso debitorio che ne compromette le potenzialità, è vero. Ma nel 2026 si estingueranno alcuni debiti derivanti dai mutui e avremo maggiore capacità operativa. Se si continua sulla strada della gestione virtuosa, oculata e razionale, nel giro di qualche anno l’amministrazione potrà uscire finalmente dal guado».
L’altra “croce” della Provincia sono le strade. Una responsabilità che fa tremare le vene ai polsi in un territorio costellato di criticità idrogeologiche, frane continue, smottamenti e voragini che si aprono dopo ogni pioggia. Un’emergenza continua che riversa sulla Provincia vagonate di post social critici da parte dei cittadini e che ha convinto L’Andolina a contrattaccare mediaticamente con periodici sopralluoghi nei comuni dove sono in atto o sono programmati gli interventi di competenza dell’Ente che guida.
«Nei due anni di gestione abbiamo ottenuto 13 milioni e mezzo di finanziamenti straordinari sulla viabilità. Risultato unico nella storia della provincia di Vibo Valentia», sottolinea, mettendo l’accento sui «40 cantieri attivi» lungo la rete viaria provinciale.
Se Scuole e strade sono la prima e più costosa preoccupazione, non meno importanti per le ricadute sul territorio e la qualità della vita sono anche i settori ambiente e trasporti, in cui la Provincia deve fare la sua parte.
La riforma Delrio è sostanzialmente rimasta incompiuta e le Province sono ancora oggi in un limbo sospeso tra abolizione e ridimensionamento delle competenze originarie. «Ecco perché la Provincia è spesso un ente sottovalutato – spiega L’Andolina – eppure resta centrale nell’interesse della comunità».
E quasi a voler evidenziare questo concetto annuncia «un importante finanziamento da parte della Regione Calabria per ristrutturare parte dell’Istituto Nautico di Pizzo. Attendiamo solo il via libera da parte del Ministero», assicura.
«In questi due anni – conclude – i risultati sono stati superiori alle mie più rosee aspettative. Abbiamo fatto passi da gigante che mai erano stati fatti, non nel recente passato, ma nella storia della provincia e i dati sono eloquenti. Nel corso dell’ultimo decennio neanche i finanziamenti ordinari venivano erogati. Questo ha portato l’ente in uno stato di deterioramento. Ora recuperare il gap è difficile, ma non impossibile».