Violazione della sorveglianza, condanna per il boss Pantaleone Mancuso
Sentenza della Cassazione per il 58enne, alias “l’Ingegnere”, padre del collaboratore di giustizia Emanuele
E’ stato dichiarato inammissibile dalla prima sezione penale della Cassazione il ricorso del boss di Limbadi e Nicotera Pantaleone Mancuso, 58 anni, detto “l’Ingegnere”, avverso la condanna decisa dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel giugno dello scorso anno per violazione della sorveglianza speciale. In particolare, la Corte d’Appello di Catanzaro, in riforma della sentenza del Tribunale di Vibo Valentia del 9 giugno 2014, ha dichiarato la penale responsabilità di Pantaleone Mancuso per avere lo stesso, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, violato la prescrizione di non rincasare la sera più tardi delle ore 21.00 e di non uscire prima delle 7.00, risultando assente dalla sua abitazione alle 5.00 del mattino), rideterminando la pena inflitta in un anno e sei mesi di reclusione. Per i giudici, il momento deliberativo della misura di prevenzione (10 gennaio 2005) e quello esecutivo (7 febbraio 2007), dovuto alla carcerazione di Pantaleone Mancuso in espiazione di pena, non è tale da far ritenere che abbia prodotto effetti rilevanti sul piano della risocializzazione e dunque della pericolosità, tenuto conto che lo stesso Mancuso “è destinatario di un giudizio di pericolosità qualificata, avendo riportato condanna per associazione mafiosa in posizione apicale”. Da qui l’inammissibilità del ricorso.
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