Sacerdoti nel mirino a Cessaniti, senza nome gli autori delle intimidazioni: ampolle della messa avvelenate, lettere di minacce e gatti morti
Ecco le analisi chimiche sui campioni di acqua e vino presenti sull’altare di don Palamara. La Procura di Vibo chiede l’archiviazione anche per il danneggiamento dell’auto del sacerdote e per l’episodio del felino senza vita fatto ritrovare sulla vettura di don Pontoriero
Restano senza un colpevole gli atti intimidatori posti in essere lo scorso anno a Cessaniti contro i sacerdoti don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero. Indagini da rifare, dunque, o per lo meno da indirizzare verso l’individuazione dei responsabili di alcuni reati che hanno fortemente scosso Cessaniti e le sue frazioni le quali attendono verità e giustizia a distanza da un anno dagli avvenimenti. La Procura di Vibo aveva infatti aperto lo scorso anno un procedimento penale a carico di ignoti che vede quali persone offese l’allora parroco di Pannaconi, don Felice Palamara, e il parroco di Cessaniti don Francesco Pontoriero. Quest’ultimo il 24 febbraio 2024 – mentre si trovava a cena in una pizzeria – aveva notato la presenza di un gatto morto rinvenuto sulla propria auto, con accanto un biglietto dai toni minacciosi e la scritta “Ve la faremo pagare”. Episodio che resta impunito così come il danneggiamento dell’auto di don Felice Palamara, trovata rigata il 9 febbraio 2024, e le lettere anonime contro i due sacerdoti contenenti minacce di morte (alcune lasciate sul parabrezza dell’auto di don Palamara) e non rientranti tra le contestazioni mosse dalla Procura all’ex sindaco di Cessaniti, Francesco Mazzeo, nei cui confronti è stata di recente avanzata al gup richiesta di rinvio a giudizio per una sfilza di reati che conta ben 28 parti offese. La Procura di Vibo in ordine al procedimento penale contro ignoti, aperto per far luce su tali episodi che vedono quali vittime i due sacerdoti (gatto morto, danneggiamento dell’auto e lettere minatorie), ha quindi di recente chiesto al gip di voler disporre l’archiviazione non essendo evidentemente emersi elementi utili per assicurare alla giustizia gli autori di tali atti intimidatori. Il procedimento penale contro ignoti – aperto dalla Procura di Vibo –m che si avvia verso l’archiviazione ipotizzava la presenza dei seguenti reati: calunnia, diffamazione, minaccia e danneggiamento. Chiesta dalla Procura l’archiviazione anche per l’ipotesi di reato di tentato omicidio riferita al versamento di sostanze nocive nelle ampolle dell’acqua e del vino durante la celebrazione della messa da parte di don Felice Palamara, con rischi per la salute umana aggravati dal fatto che lo stesso sacerdote è un soggetto cardiopatico e soffre di asma.
I risultati delle analisi
E’ tuttavia dalle analisi chimiche effettuate da un laboratorio, incaricato dalla Procura, sul campione di acqua presente nelle ampolle in chiesa a Pannaconi che arrivano i risultati più sorprendenti. L’attenzione del laboratorio di analisi è stata infatti posta sulla valutazione di cloro attivo, sostanza liberata nell’acqua, come sbiancante e disinfettante, dalla candeggina o da prodotti analoghi. Ebbene, l’esame dell’acqua contenute nelle ampolle “incriminate” ha portato a riscontrare un contenuto di “Cloro attivo” pari a 1830 mg/l. Un valore elevatissimo, ben lontano dallo 0,2 mg/l tipicamente usato per la disinfezione delle acque destinate al consumo umano. Considerazioni messe nero su bianco dal laboratorio di analisi incaricato di effettuare gli esami. Chi e perché, dunque, ha inteso “avvelenare” l’acqua contenuta nell’ampolla utilizzata da don Felice Palamara per la celebrazione della messa a Pannaconi? La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura al gip non può fornire, naturalmente, al riguardo alcuna ipotesi. Resta la commissione di un reato che resta allo stato impunito. Per quanto riguarda, invece, gli altri due campioni esaminati – costituiti da vino il primo e da acqua e vino il secondo – è risultato impossibile effettuare una valutazione diretta del contenuto di “Cloro attivo” in quanto, trattandosi di una sostanza fortemente ossidante, reagisce rapidamente con le sostanze organiche contenute nel vino. Tuttavia, dal confronto dei risultati ottenuti, le analisi chimiche hanno evidenziato come nel campione di “acqua e vino” sia stato riscontrato un notevole incremento del valore di sodio che passa dai 159 mg/l del campione del solo vino ai 312 mg/l nell’acqua e vino. Anche alla luce di tali risultati delle analisi chimiche di laboratorio, un’intera comunità – quella di Cessaniti e delle sue frazioni, lese nella loro dignità – attende dunque verità e giustizia su quanto accaduto con l’individuazione dei responsabili delle intimidazioni ai danni dei due sacerdoti don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero.