martedì,Aprile 22 2025

Omicidio Boiocchi, il calabrese accusato di essere tra gli esecutori del delitto fa scena muta davanti al gip

Un crimine premeditato e con "modalità mafiose" tanto che è stata contestata l'aggravante e inserito nel contesto di una guerra sulla gestione degli affari legati al mondo delle curve

Omicidio Boiocchi, il calabrese accusato di essere tra gli esecutori del delitto fa scena muta davanti al gip

Tutti in silenzio gli arrestati, a seguito delle dichiarazioni dell’ormai collaboratore ed ex leader della curva Nord interista Andrea Beretta e dei riscontri acquisiti, per l’omicidio dello storico capo ultrà nerazzurro Vittorio Boiocchi, ucciso a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa a Milano, nel quartiere Figino.

Hanno dunque fatto scena muta, davanti alla gip Daniela Cardamone, Pietro Andrea Simoncini, 43enne di Soriano Calabro considerato dai pm come un uomo legato alla ‘ndrangheta e presunto esecutore materiale con Daniel D’Alessandro (preso in Bulgaria e in fase ancora di estradizione), Marco Ferdico, che era nel direttivo della Nord, e il padre Gianfranco – a cui Beretta presunto mandante, come messo a verbale, avrebbe dato 50mila euro per l’omicidio – e anche Cristian Ferrario, che si intestò lo scooter usato dagli esecutori.

Leggi anche ⬇️

Sei le persone destinatarie della misura eseguita l’11 aprile nelle indagini della Squadra mobile, coordinate dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, tra cui ovviamente anche Beretta, le cui dichiarazioni, che hanno permesso di far luce sull’uccisione e sul ruolo di tutti, sono già agli atti e confermate. Il nuovo filone sulle curve di San Siro, che ha portato alla risoluzione del cold case, è scaturito dai verbali di Beretta, che a novembre, dopo essere finito in carcere per aver ucciso Antonio Bellocco, rampollo dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta e anche lui nel direttivo ultras, ha deciso di parlare.

Un omicidio premeditato e con “modalità mafiose”, tanto che è stata contestata l’aggravante, e inserito nel contesto di una guerra sulla gestione degli affari legati al mondo delle curve. Beretta, come da lui messo a verbale, fu il mandante dell’omicidio perché non voleva spartire con Boiocchi l’affare del merchandising e gli altri business. Simoncini e Ferrario, difesi dal legale Mirko Perlino, ricorreranno al Riesame.

Articoli correlati

top
preload imagepreload image