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I “veleni” di Cessaniti: il gup fissa l’udienza preliminare per l’ex sindaco e vengono alla luce tutte le contestazioni

Ecco i singoli capi d’imputazione mossi dalla Procura nei confronti di Francesco Mazzeo, ritenuto l’autore delle lettere anonime contro quattro sacerdoti, un commissario prefettizio, diversi carabinieri, due segretari comunali, un consigliere regionale, un assessore, il vicesindaco di Filogaso, un avvocato, un dirigente Asp, imprenditori e semplici cittadini

I “veleni” di Cessaniti: il gup fissa l’udienza preliminare per l’ex sindaco e vengono alla luce tutte le contestazioni
Il Tribunale di Vibo e nel riquadro l'ex sindaco di Cessaniti Francesco Mazzeo
Francesco Mazzeo

Calunnia aggravata, sostituzione di persona, diffamazione, violazione di sigilli, violazione della pubblica custodia di cose. Questi i reati ipotizzati dal pm della Procura di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, nella richiesta di rinvio a giudizio avanzata il 25 febbraio scorso nei confronti dell’ex sindaco di Cessaniti Francesco Mazzeo, dimissionario il 18 agosto 2023 a seguito di due articoli della nostra testata che davano conto delle risultanze investigative della Dda di Catanzaro sulla sua amministrazione per come contenute nell’inchiesta Maestrale- Carthago (LEGGI QUI: Inchiesta Maestrale, la Dda: «Amministrazione comunale di Cessaniti da tempo in mano alla ‘ndrina» E QUI: Inchiesta Maestrale: gli agganci del capoclan negli uffici del Comune di Cessaniti). La richiesta di rinvio a giudizio del pm è quindi approdata dinanzi al gup del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, che ha ora fissato l’udienza preliminare per il 3 luglio prossimo.
Dalla richiesta di rinvio a giudizio si apprende intanto che i capi d’imputazione – elevati dalla Procura nei confronti di Francesco Mazzeo sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri del Norm della Compagnia di Vibo Valentia – sono ben 12, mentre le parti offese individuate dal pm sono 28 e bisognerà attendere la celebrazione dell’udienza preliminare per capire quanti di loro intenderanno costituirsi parti civili nel procedimento penale (per avanzare poi richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’ex sindaco Mazzeo).

Le calunnie e il reato di sostituzione di persona

Sergio Raimondo

Tra le principali parti offese, prese di mira da Francesco Mazzeo “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso”, c’è l’allora commissario prefettizio del Comune di Cessaniti Sergio Raimondo, destinatario di esposti redatti, secondo l’accusa, sotto falso nome dall’ex sindaco (che si firmava a volte come “Enzo Lo Muto”) e dallo stesso spediti in Procura. In particolare, Sergio Raimondo, le segretarie comunali Elisabetta Bilotta e Aurora Schiavello (anche loro parti offese) sono stati falsamente accusati (pur sapendoli innocenti) dall’ex sindaco dei reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico in occasione della “Conferenza dei servizi” tra l’ente comunale e l’istituto comprensivo di Cessaniti. Da qui la contestazione del reato di calunnia per l’ex sindaco con data di commissione il 4 dicembre 2023.
Il reato di sostituzione di persona (oltre che di calunnia) viene invece ipotizzato nei confronti di Francesco Mazzeo nel secondo capo di imputazione in quanto avrebbe illegittimamente sostituito la propria persona con quella dell’attuale vicesindaco del Comune di Filogaso, Daniele Rachieli (anche lui, quindi, parte offesa), per spedire a mezzo posta alla responsabile “Risorse Umane” dell’Asp di Vibo Alessandra Manasia (pure lei parte offesa) un esposto in cui ascriveva in capo a Rocco Gallucci (ex assessore di Cessaniti nella giunta dello stesso Mazzeo), al consigliere regionale Antonio Scalzo ed alla stessa Manasia responsabilità penali (inesistenti) in ordine ad un concorso per assistente amministrativo indetto dall’Asp e per il quale, secondo Mazzeo spacciatosi per il vicesindaco di Filogaso, si voleva favorire il Gallucci. Anche Gallucci, Manasia e Scalzo figurano tra le parti offese.

Le calunnie ai danni dei sacerdoti

don Francesco Pontoriero e don Felice Palamara

Il 18 dicembre 2023 l’ex sindaco Francesco Mazzeo avrebbe invece sostituito illegittimamente la propria persona con quella di Agata Mazzitelli (presidente dell’associazione Panta Rei) per redigere e spedire in Prefettura un esposto in cui segnalava falsamente responsabilità penali nei confronti dell’allora commissario prefettizio Sergio Raimondo, del parroco di Pannaconi don Felice Palamara, della presidente dell’associazione “Crisalide” Romina Candela accusandoli di aver stretto un accordo illecito per favorire la nomina di quest’ultima a presidente della Pro Loco di Cessaniti, così da garantire la gestione esclusiva in favore di don Felice Palamara della somma pari a 2.921,11 euro stanziata con il fondo destinato ai Comuni per le attività socio-educative a favore dei minori per l’anno 2023 e quindi accusandoli del reato di abuso d’ufficio pur sapendoli innocenti. Parti offese in questo caso sono Raimondo, Palamara e Candela.
Il 27 dicembre 2023 Francesco Mazzeo si sarebbe invece fatto passare per il parroco di Favelloni di Cessaniti, don Nicola Berardi (sostituendosi illegittimamente alla sua persona) per redigere e spedire a mezzo posta un esposto in Prefettura con lo scopo di accusare, ancora una volta falsamente, l’allora commissario prefettizio Sergio Raimondo, il luogotenente dei carabinieri Salvatore Todaro (in servizio al Goc e già storico comandante della Stazione di Filandari) e l’imprenditore Francesco Pugliese (tutte per la Procura parti offese).

Mazzeo contro tutti

Il Municipio di Cessaniti
Il Comune di Cessaniti

Nel gennaio e nell’aprile 2024, Francesco Mazzeo è accusato di aver ancora una volta calunniato l’allora commissario prefettizio Sergio Raimondo, le segretarie comunali Aurora Schiavello ed Elisabetta Bilotta, l’ingegnere Carmelo Callà (ufficio tecnico del Comune di Cessaniti), Rosaria Pulvirenti e Anna Maria Carè (tirocinanti presso il Comune di Cessaniti) e i carabinieri Giuseppe Mobrici e Raffaele Dati tutti persone offese).
Un esposto Mazzeo l’avrebbe invece spedito al vescovo di Mileto, monsignor Attilio Nostro, spacciandosi per Gaspare Stallone (persona offesa dal reato di sostituzione di persona) di Favelloni di Cessaniti. Altro esposto, indirizzato alla Curia di Mileto ed al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo, l’ex sindaco avrebbe poi redatto e spedito servendosi del nominativo di Pasquale Vangeli di Favelloni di Cessaniti (pure lui persona offesa) per accusare il commissario Raimondo, don Palamara (definito “perfido” nel falso esposto) e don Berardi (definito “malvagio” nell’esposto di cui è accusato Mazzeo) di aver permesso il 6 gennaio 2024 l’organizzazione della “Notte della befana” asseritamente priva di autorizzazioni.

Altre due missive indirizzate alla Prefettura ed al Vescovado di Mileto sarebbero state spedite da Mazzeo – sostituendo la propria persona a quella dell’architetto Francesco Altieri di Favelloni di Cessaniti (anche lui parte offesa) – per accusare falsamente di legami con la ‘ndrangheta, e di volersi arricchire con le feste patronali, i sacerdoti Felice Palamara, Nicola Berardi, Francesco Pontoriero e Ivan Sorrentino (tutte persone offese).
Spacciandosi ancora falsamente per l’architetto Francesco Altieri, l’ex sindaco Mazzeo avrebbe inoltre preso di mira Pasquale Valenti di Cessaniti, il commissario Raimondo e l’ingegnere Carmelo Callà (tutte persone offese), mentre spacciandosi per Barbara Longo (parte offesa) avrebbe redatto e inviato due lettere in Prefettura ed alla Curia di Mileto offendendo don Felice Palamara e il commissario Sergio Raimondo. In un altro caso, Francesco Mazzeo avrebbe sostituito illecitamente la sua persona a quella dell’ignaro avvocato Emanuele Guzzo al fine di spedire un esposto alla Diocesi di Mileto, alla Guardia di Finanza ed alla Prefettura di Vibo per accusare falsamente don Felice Palamara e Sergio Raimondo di aver organizzato delle manifestazioni sportive presso il campo di calcio dell’istituto comprensivo di Cessaniti. Guzzo, Palamara e Raimondo figurano tra le parti lese.

Violazione dei sigilli informatici

Violazione della pubblica custodia di cose e violazione di sigilli sono infine i due reati ipotizzati dal pm Filomena Aliberti nei confronti di Francesco Mazzeo. All’atto del sequestro del proprio telefono cellulare, l’ex sindaco di Cessaniti sarebbe infatti riuscito ad accedere da remoto con le proprie credenziali all’account Samsung collegato al telefonino e, per mezzo della funzione “Trova il mio dispositivo-pulizia dispositivo da remoto“, avrebbe lanciato il 12 febbraio 2024 un comando che gli consentiva di riportare il cellulare alle impostazioni di fabbrica (“Factory Reset”), distruggendo – o comunque disperdendo – i dati e gli elementi contenuti nello smartphone al fine di eludere le indagini sul suo conto. I due reati sono aggravati in questo caso dal voler assicurare l’impunità rispetto a tutte le altre contestazioni.

LEGGI ANCHE: Calunnie e diffamazioni a Cessaniti, la genesi dell’indagine che coinvolge l’ex sindaco

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