Comune di Acquaro: dai giudici amministrativi la vicenda dell’immobile finita nella relazione di scioglimento
Tar e Consiglio di Stato concedono la sospensiva ai coniugi Cirillo-Ciancio rispetto alle determine dell’ente che con i commissari hanno annullato la restituzione del fabbricato agli autori di lavori senza autorizzazioni


Confermata dal Consiglio di Stato l’ordinanza cautelare del Tar di Catanzaro emessa in favore di Gaetano Cirillo e Antonietta Ciancio contro il Comune di Acquaro. I due coniugi – attraverso gli avvocati Brunella Chiarello e Francesco Alessandria – hanno ottenuto dai giudici amministrativi la sospensione dell’efficacia di una determina del settore Lavori pubblici del Comune di Acquaro, datata 1 febbraio 2024, avente ad oggetto l’annullamento in sede di autotutela di un permesso a costruire in sanatoria e il provvedimento con il quale è stata disposta la restituzione di un immobile ai coniugi Cirillo-Ciancio. Il Tar, nel concedere la sospensiva (ora confermata pure dal Consiglio di Stato) rispetto alla determina del Comune, aveva sottolineato (quanto al “periculum”) che “la restituzione e lo sgombero dell’immobile crea rilevanti problematiche di alloggio ai ricorrenti, in condizioni personali disagiate, per reperire in tempi brevi una sistemazione alternativa idonea”. Quanto al c.d. “fumus” del ricorso, per il Tar “non può invocarsi una situazione di dichiarazione di “mendacità” da parte degli interessati, visto che lo stesso Comune di Acquaro, nel 2022, ha dato luogo all’adozione di vari provvedimenti da cui desumere la mancata contestazione della riconducibilità della proprietà del bene immobile”. Inoltre “risultano anche trascorsi i termini per procedere a una legittima autotutela di tali provvedimenti” e in ogni caso “il Comune avrebbe comunque dovuto motivare congruamente sull’interesse pubblico all’adozione del provvedimento” di sgombero impugnato, “non essendo sufficiente allo scopo la dichiarazione postuma di cui alla delibera della Commissione straordinaria del 29 gennaio 2025”.
L’immobile nella relazione di scioglimento del Comune
La vicenda dell’immobile abusivo dei coniugi Cirillo-Ciancio è finita anche nella relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato allo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose. La Commissione di indagine ha in particolare esaminato la vicenda che ha portato il Comune di Acquaro, attraverso determine del 2022 a firma del responsabile dell’Area Tecnica dell’ente – l’allora assessore Michele Rosano – unitamente al responsabile del procedimento, alla restituzione dell’immobile acquisito al patrimonio comunale (poiché accertato come costruito abusivamente) ai coniugi Gaetano Cirillo e Antonietta Ciancio, ritenuti gli autori dell’abuso medesimo. L’ordinanza di demolizione era stata emessa dal Comune nel lontano 21 agosto 1984 e nel 1986 i due coniugi sono stati anche condannati (con pena sospesa) dall’allora pretore di Arena. La costruzione – pur senza permessi, ad avviso del Comune – è stata poi completata con un fabbricato di tre piani fuori terra privo di intonaci esterni. Quindi le nuove ordinanze di demolizione (tutte disattese dai coniugi) da parte del Comune, che nel 2002 ha proceduto all’acquisizione gratuita dell’immobile abusivo al patrimonio dell’ente ed i ricorsi al Tribunale civile di Catanzaro (dove il Comune non si è mai costituito in giudizio). Poi il “cambio di rotta” da parte del Comune con la restituzione ai coniugi Cirillo-Ciancio dell’immobile abusivo – mediante annullamento in autotutela dell’acquisizione al patrimonio dell’ente – sino all’attuale vicenda giunta all’esame dei giudici amministrativi con la pronuncia del Tar ed ora del Consiglio di Stato in ordine alla sospensiva.
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