Sei arresti per l’omicidio dell’ex capo ultrà interista Boiocchi. C’è anche un uomo ritenuto vicino alla ’ndrangheta del Vibonese – NOMI
Il sorianese Pietro Andrea Simoncini è il suocero di Marco Ferdico ed è considerato dai pm di Milano uno degli esecutori materiali del delitto commissionato da Beretta per «50mila euro»

Sei arresti tra mandanti ed esecutori del delitto che ha cambiato il volto degli affari criminali del tifo interista. Vittorio Boiocchi, capo storico della Curva Nord, sarebbe stato ucciso per volere del suo delfino, il capo ultrà oggi pentito Andrea Beretta. E a compiere l’agguato sarebbe stato, in coppia con Daniel D’Alessandro, personaggio nell’orbita ultrà, il calabrese Pietro Andrea Simoncini, che gli inquirenti considerano legato a contesti di ’ndrangheta per quanto non sia stato mai accusato di associazione mafiosa. Simoncini, avulso dal contesto del tifo organizzato, è anche il suocero di Marco Ferdico, altra figura preminente della curva nerazzurra, arrestato oggi perché considerato uno degli organizzatori dell’agguato che ha lasciato sul selciato Boiocchi.
Beretta ha ammesso di essere il «mandante» dell’omicidio e di averlo commissionato per «50mila euro», ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Milano Alessandra Dolci nel corso della conferenza stampa in corso in Procura a Milano.
Per l’accusa quello di Boiocchi è un omicidio con modalità mafiose inserito nel contesto di una “guerra” sulla gestione degli affari economici legati al mondo delle curve di San Siro. Così la gip di Milano Daniela Cardamone descrive l’uccisione dello storico capo ultrà interista, freddato da colpi di pistola nel 2022, per il quale oggi, nell’inchiesta della Squadra mobile coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, è stata eseguita un’ordinanza a carico di sei persone.
Si tratta, come si legge nel provvedimento, dell’ormai ex capo della Nord Andrea Beretta, ora collaboratore, di Marco Ferdico, che era anche lui nel direttivo della Nord, del padre Gianfranco Ferdico e dell’ultrà Cristian Ferrario. E poi ancora di Pietro Andrea Simoncini, 42enne nato a Vibo Valentia, suocero di Marco Ferdico, e di Daniel D’Alessandro, questi ultimi due esecutori materiali dell’omicidio, secondo le accuse.
Riguardo a Simoncini, Beretta in un interrogatorio ha spiegato di averlo visto soltanto una volta insieme a Marco e Gianfranco Ferdico nel corsello dei box sotto la loro abitazione a Carugate, «ed avevano parlato della pianificazione dell’omicidio».
Gli investigatori avrebbero monitorato le utenze telefoniche del calabrese per evidenziare «il suo spostamento dalla Calabria in Lombardia nel luglio 2022, ovvero quando avrebbe preso corpo il progetto omicidiario nei confronti di Boiocchi, nonché la presenza sul territorio lombardo nel periodo in cui si colloca l’omicidio e il successivo ritorno in Calabria dopo l’omicidio».
L’agguato del 29 ottobre 2022 fuori casa a Milano, sarebbe stato, secondo il gip, «pianificato e organizzato, mediante la predisposizione di uomini e mezzi idonei alla efficace riuscita del progetto». Il crimine è stato eseguito «con una modalità violenta e professionalmente organizzata, premeditata e commessa con modalità mafiose, da più persone riunite, nell’ambito di una disputa attinente alla gestione di affari economici legati al mondo dello stadio, da parte di soggetti che hanno dimostrato di poter fare uso di armi, anche da sparo, per affermare il proprio predominio e di poter giungere anche a commettere omicidi per raggiungere tali scopi».