Sistema bibliotecario vibonese: la Procura di Vibo chiede cinque rinvii a giudizio
Dagli incarichi ai bilanci con dati non veri, l’inchiesta della Guardia di finanza prova a fare luce pure sulle delibere di spesa ritenute illegittime, sui conflitti di interesse e sulle liquidazioni dei compensi. Il Comune decide di costituirsi parte civile


Richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm, Filomena Aliberti, nell’ambito dell’inchiesta condotta sul campo dalla polizia giudiziaria della Guardia di Finanza della Procura di Vibo sul Sistema bibliotecario. Il gup del Tribunale di Vibo, Roberta Ricotta, ha fissato l’udienza preliminare per il 21 maggio prossimo e in tale data dovranno comparire i seguenti imputati: Gilberto Floriani, 77 anni, e i figli Emilio, 44 anni, Giuseppe, 48 anni, e Gabriele Floriani, 36 anni, tutti di Vibo Valentia; Valentina Amaddeo, 44 anni, di Vibo. Parti offese nel procedimento penale: il Comune di Vibo (che ha già deliberato con apposita delibera della giunta di volersi costituire parte civile), la Regione Calabria, Mariateresa Marzano e Cristian Montesano. Emilio Floriani è assistito dagli avvocati Danilo Iannello e Maria Caterina Inzillo, mentre gli altri Floriani sono assistiti dagli avvocati Danilo Iannello e Giacinto Inzillo. Valentina Amaddeo è invece difesa dagli avvocati Giosuè Monardo e Giovanni Vecchio.
Le accuse
L’accusa principale è quella di indebita destinazione di denaro e per il solo Gilberto Floriani anche quella di peculato. Secondo le indagini condotte dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia, Floriani, in condizione di conflitto di interesse, e Amaddeo, «avendo per ragioni del proprio servizio la disponibilità di denaro, eludendo le disposizioni normative in materia di accesso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni, se ne appropriavano, utilizzandolo per il soddisfacimento di interessi privati», ovvero destinandola ai figli di Floriani e allo stesso ex “patron” del Sistema bibliotecario. In particolare, Floriani avrebbe avuto, a titolo di indennità di direzione, rimborsi spese e per il conferimento di incarichi, pari a 87.204,41 euro mentre ai figli Emilio, Giuseppe e Vittorio sarebbero andate, rispettivamente le somme di 64. 648,73 euro, 70. 147,08 euro e 8. 100 euro. Nel corso delle indagini nella sede del Sistema Bibliotecario Vibonese, le Fiamme gialle hanno evidenziato “disordine, carenza di organizzazione e, soprattutto, una gestione amministrativo/contabile poco limpida”. Quindi l’assenza di documenti indispensabili per la corretta gestione del Sistema e, soprattutto, per la predisposizione dei bilanci di previsione e consuntivi. Nonostante siano stati richiesti, infatti, non sono stati consegnati il libro degli inventari e le relazioni ai bilanci che, tra l’altro, come si vedrà, per le annualità in cui sono stati “approvati” non sono stati sottoposti al necessario vaglio di un revisore dei conti”.
Fin dalla costituzione del Sistema Bibliotecario Vibonese, nel 1998, Gilberto Floriani ne è stato direttore, un incarico che ha ricoperto fino a giugno 2017 quando su richiesta dello stesso di recedere dall’incarico “l’assemblea dei sindaci, con deliberazione numero 4, ritenuta illegittima, ha creato dal nulla due nuove figure organizzative, nominando direttore amministrativo la dottoressa Valentina Amaddeo e direttore tecnico-scientifico lo stesso Gilberto Floriani”.
Il “modus operandi” al Sbv
Sono diversi gli episodi ricostruiti dagli investigatori, ad iniziare dalla determinazione del 25 giugno 2015 con la quale il direttore del Sbv, Gilberto Floriani, “aveva delegato illecitamente le funzioni di direttore amministrativo alla dottoressa Valentina Amaddeo già due anni prima della deliberazione – illegittima, sostiene il pm – dell’assemblea dei sindaci. Una scelta certamente finalizzata ad aggirare le ovvie incompatibilità che riguardavano gli affidamenti di incarichi ai propri figli e, dunque, a mascherare la situazione di conflitto di interesse in cui si sarebbe trovato. Proprio in qualità di direttore del Sbv, in data 21 aprile 2017 Gilberto Floriani ha sottoscritto una convenzione per l’attivazione di un polo tecnologico con l’Università Telematica internazionale Uninettuno. Tale scrittura – sostengono gli inquirenti – conferma che lo stesso, nonostante abbia illegittimamente trasferito le competenze alla Amaddeo dal 25 giugno 2015, di fatto continuava a gestire il Sistema bibliotecario vibonese”.
Per gli inquirenti, anche la nomina di “Emilio Floriani (figlio di Gilberto) a direttore del Sistema bibliotecario vibonese sarebbe avvenuta in maniera irregolare. Contestate poi diverse delibere di spese ritenute illegittime, così come i bilanci contenenti dati non veri e diversi incarichi.
Il bonifico per il supermercato
Al fine di verificare le movimentazioni contabili, la Guardia di finanza ha poi consultato alcuni rapporti bancari concentrandosi in particolare su quattro operazioni che interessano il Sistema bibliotecario vibonese “sulla cui liceità si nutrono seri dubbi”. Essi riguardano “prelevamenti per contanti e un pagamento di 534 euro effettuato il 2 dicembre 2019 nei confronti di un supermercato di Vibo”. Gli investigatori non sono riusciti tuttavia in questo caso a sapere “chi ha effettuato i prelevamenti e chi ha disposto il bonifico nei confronti del supermercato che fa riferimento ad una fattura che non è stata rinvenuta, né vi è traccia della determina di pagamento”. In tal senso le indagini continuano.