lunedì,Aprile 7 2025

Aspettando la premier Meloni che forse ha troppi pensieri in testa per accorgersi che una “guerra” c’è anche qui

Oggi a Limbadi inaugurerà la nuova caserma dei carabinieri. Sarà una visita veloce ma l’auspicio è che basti ad alzare l’attenzione del Governo su questo territorio

Aspettando la premier Meloni che forse ha troppi pensieri in testa per accorgersi che una “guerra” c’è anche qui
Giogia Meloni e i preparativi a Limbadi in attesa della sua visita

Ne avrà di pensieri per la testa Giorgia Meloni mentre oggi sarà a Limbadi per inaugurare la nuova caserma dei carabinieri in un bene confiscato al clan Mancuso. Un simbolo dello Stato che vince sulla mafia. Anzi, sulla ‘ndrangheta, che da queste parti si chiama così, ma sempre mafia è.

Ne avrà pensieri per la testa la premier mentre attraverserà in auto blu Limbadi libera dalle pecore, tenute negli ovili grazie a un’ordinanza che ha vietato, per oggi, «il pascolo e l’attraversamento delle greggi», a conferma che questa assomiglia un po’ alla Terra di mezzo di quella trilogia che le piace tanto.

Ne avrà pensieri per la testa, mentre il mondo va a rotoli con i dazi dell’amico Trump che forse, penserà, tanto amico non è se finora non ha risparmiato l’Italia dalla sua furia nazionalista che spinge l’economia mondiale verso il baratro della recessione e condanna il Bel Paese, se tutto va bene, ad almeno due anni di stagnazione.

Ne avrà pensieri per la testa mentre passerà in rassegna il picchetto d’onore che per tutta la giornata di ieri ha provato e riprovato gli automatismi dell’attenti e del presentatarm, quelle stesse armi che l’Europa ci chiede di acquistare e produrre a vagonate per difenderci dal pericolo russo che ormai ha quasi sopraffatto la resistenza politica e militare di un’Ucraina fiaccata e tradita.

Chissà se, mentre visiterà la nuova caserma dei carabinieri, avrà in testa i sondaggi che le consigliano di far saltare il banco del governo e andare alle elezioni alla prima occasione utile per capitalizzare quel 30% che rischia di non resistere alle conseguenze dei dazi americani, e togliersi così anche lo sfizio mandare a qual paese l’uomo del Ponte.

Forse troppe cose avrà per la testa Meloni per rendersi conto che qui, in una delle provincie più piccole d’Italia, con appena 150mila abitanti su 50 comuni, c’è un’altra “guerra” che nel corso dei decenni ha già fatto migliaia di morti e feriti. Quelli della sanità negata, delle liste d’attesa infinite, degli ospedali costruiti al ritmo di ere geologiche e mai finiti. Morti e feriti di un dissesto idrogeologico che spazza via tutto alle prime piogge, chiude strade e costringe a farsi il segno della croce ogni volta che il meteo butta male. Una guerra dove armi e bombe non ce l’hanno tutti, ma solo i cattivi veri che nottetempo ti fanno saltare il negozio o l’auto, che pretendono il pizzo anche se non hai neppure gli occhi per piangere. Una guerra con feriti, tanti feriti, come quei genitori che nel 2025 ancora abbracciano i figli e le figlie davanti a treni in partenza verso il confino di un futuro che qui non c’è. Chissà quanti ne avrà per la testa, di pensieri, la presidente del Consiglio e chissà se troverà il tempo di dire al governatore della Calabria che è arrivato il momento di fare sul serio.

Le prove a Limbadi in vista della visita della premier Meloni

Articoli correlati

top
preload imagepreload image