domenica,Aprile 6 2025

Vibo Marina si sente “periferia”, la Pro Loco sollecita più attenzione e fa una proposta: «Uno svincolo autostradale dove c’era negli anni ’80»

Le intense precipitazioni e la momentanea chiusura delle strade che conducono dalla città alla costa hanno spinto l'associazione a chiedere maggiore impegno all'Amministrazione in materia di viabilità, trasporti e sanità

Vibo Marina si sente “periferia”, la Pro Loco sollecita più attenzione e fa una proposta: «Uno svincolo autostradale dove c’era negli anni ’80»
Una veduta su Vibo Marina

Sull’emergenza viabilità interviene anche la Pro Loco di Vibo Marina che, in un suo comunicato, rimarca come la chiusura periodica delle vecchie strade che attraversano la collina, interessata da cadute di massi e da frane, ripropone la necessità non più procrastinabile di affrontare in maniera risolutiva l’importante e atavico problema legato al collegamento viario tra capoluogo e zona costiera. «La questione riemersa in questi giorni, con il blocco della statale n. 18 nel tratto Vibo-Longobardi e della provinciale n. 5 Pizzo-Maierato, mettono a nudo la precarietà di tali percorsi non più adeguati ai tempi; interruzioni – per la Pro Loco – che producono l’isolamento di Vibo Marina e Pizzo, tanti disagi per i cittadini, difficoltà al collegamento dei mezzi pesanti dal porto e dall’area industriale verso l’A2 con pregiudizio dell’economia del territorio».

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Alla luce di quanto accaduto in questi giorni di intense precipitazioni, viene quindi richiesto un forte impegno da parte di politica e amministrazioni affinché vengano avviati con celerità i necessari lavori per il ripristino della viabilità e per la messa in sicurezza delle strade chiuse, da cui dipendono anche i collegamenti con il capoluogo e l’ospedale cittadino. Viene, di conseguenza, rivolto un pressante invito agli enti preposti «a guardare con lungimiranza verso un più funzionale piano della viabilità nel Vibonese, con nuovi e più sicuri percorsi che colleghino i centri costieri, il porto e l’area industriale con Vibo città e l’autostrada. In tal senso – continua ancora l’intervento del sodalizio – i rappresentanti delle Pro Loco di Pizzo e di Vibo Marina hanno incontrato nei giorni scorsi il sindaco di Pizzo anche sulla possibile apertura di un nuovo svincolo autostradale “Pizzo centro-Porto di Vibo Marina” per il quale vi è già stata un’interlocuzione con l’Anas».

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«Uno svincolo non difficile da realizzare – sottolinea ancora l’associazione di Vibo Marina nel comunicato stampa – se finanziato con l’impegno dei vari Enti coinvolti, da inserire tra quello dell’Angitola e di Sant’Onofrio. Del resto – è stato ricordato – un’entrata/uscita era già presente a nord di Pizzo negli anni ’70 e ’80 prima dell’apertura del grande viadotto autostradale, nel punto in cui l’A2, con un’ampia area di sosta, scorre accanto al km 426 della statale n. 18. Una connessione strategica – a parere della Pro Loco di Vibo Marina – per superare anche alcune criticità delle strade statali e provinciali collinari e che sarebbe al servizio delle cittadine di Pizzo e Vibo Marina, del traffico turistico verso la Costa degli Dei, per l’intermodalità dei trasporti provenienti da porto e area industriale, nonché per ridurre i tempi di accesso ai mezzi di soccorso in autostrada».

Oltre alla proposta riguardante la viabilità, viene inoltre rinnovata la richiesta alla giunta comunale affinché deliberi il ripristino del nome di Porto Santa Venere, definito «un brand identitario per un importante territorio marittimo-portuale-industriale-turistico da cui la città dovrebbe ripartire, come da più parte affermato in tante occasioni».

«Nel frattempo – ha sottolineato ancora la Pro Loco – appaiono sempre più evidenti le criticità per la laboriosa comunità di Vibo Marina, la più popolosa della provincia dopo il capoluogo, considerata talora come una periferia o posto di frontiera e che spesso non appare essere sufficientemente rappresentata nei vari tavoli istituzionali, per porre l’attenzione sui suoi bisogni e sui servizi pubblici essenziali, quali: scuole, sanità, viabilità. Mentre ancora tardano ad essere realizzate opere pubbliche necessarie, quali un edificio polivalente, e avviato il programma di messa in sicurezza di tutto un territorio a rischio idrogeologico dalla collina al mare, come evidenziato in maniera drammatica dalla disastrosa alluvione del 2006».

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