martedì,Aprile 1 2025

Rinascita Scott, resta libero l’imputato Renato Signoretta: la decisione della Cassazione

Gli ermellini respingono il ricorso della Procura finalizzato all’applicazione della misura cautelare in carcere

Rinascita Scott, resta libero l’imputato Renato Signoretta: la decisione della Cassazione
la Cassazione
Renato Signoretta

Resta libero Renato Signoretta, 49 anni, di Ionadi condannato a 17 anni e 6 mesi in primo grado nel maxiprocesso Rinascita Scott. E’ quanto deciso dalla Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso della Procura di Catanzaro finalizzato all’applicazione della misura cautelare in carcere dopo la sentenza di condanna da parte del Tribunale di Vibo Valentia. Il Riesame di Catanzaro aveva però rigettato la richiesta del carcere e da qui il ricorso in Cassazione avverso tale decisione. Per la Suprema Corte, tuttavia, il ricorso della Procura è da ritenersi infondato in quanto “non sussistenti le esigenze cautelari del pericolo di reiterazione nel reato e del pericolo di fuga in conseguenza della sentenza di condanna a pena severa in primo grado”. Secondo la Cassazione, l’ufficio di Procura ha fondato la richiesta di applicazione della misura cautelare nei confronti dell’imputato Renato Signoretta “sulla base di un solo elemento sopravvenuto, ossia la sentenza di condanna a severa pena detentiva, senza indicare alcun specifico elemento ulteriore a sostegno dell’istanza. Tale elemento di per sé non è sufficiente a fondare il provvedimento di applicazione di una misura cautelare”, essendo tra l’altro i fatti contestati all’imputato risalenti nel tempo e non risultando collegamenti con il contesto ambientale all’interno del quale sono maturati i fatti, per cui – conclude la Suprema Corte – non vi sono elementi da cui desumere l’attualità elle esigenze cautelari, che non possono essere basate solo alla condanna a pena severa”. La condanna in primo grado di Renato Signoretta è legata a contestazioni relative al narcotraffico, con una presunta associazione della quale avrebbero fatto parte anche personaggi come il boss Giuseppe Accorinti di Zungri e Antonio Vacatello di Vibo Marina.

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