martedì,Aprile 1 2025

Gli assassinii dei Cracolici raccontati dal killer dei Bonavota: «In 4 per uccidere Alfredo, poi il fratello Raffaele due anni dopo»

Il collaboratore Francesco Salvatore Fortuna sentito nel corso dell’appello sul troncone omicidi del maxiprocesso. L’incontro col boss di Sant’Onofrio e la richiesta di eliminare il congiunto della prima vittima che aveva intenzione di vendicarsi

Gli assassinii dei Cracolici raccontati dal killer dei Bonavota: «In 4 per uccidere Alfredo, poi il fratello Raffaele due anni dopo»

Sarebbero stati in quattro a uccidere nel 2002 Alfredo Cracolici. La causa, un «furto di bestiame e di attrezzi agricoli a una persona di Sant’Onofrio». Lo ha riferito, nel corso del processo d’appello di Rinascita, troncone omicidi, il collaboratore di giustizia Francesco Salvatore Fortuna, ex killer per il clan Bonavota. Fortuna ha aggiunto che gli autori del delitto sono stati in tutto quattro, c’era Domenico Bonavota che per questo delitto è stato condannato, in primo grado, all’ergastolo. Tra gli esecutori, Fortuna annovera il proprietario del terreno nel quale la vittima avrebbe commesso il furto di bestiame e attrezzi.
Secondo quanto appreso da Fortuna, nel corso del delitto di Alfredo Cracolici Domenico Bonavota avrebbe guidato l’auto mentre a sparare sarebbero stati gli altri tre.

La cena da Bonavota

A raccontare al collaboratore i fatti è stato, dice Fortuna, lo stesso Domenico Bonavota, boss del clan di Sant’Onofrio, che questa circostanza l’avrebbe confidata anche a Onofrio Barbieri, anche lui attuale collaboratore di giustizia. Nel corso di una cena a casa di Bonavota a Sant’Onofrio, mesi dopo il delitto di Alfredo Cracolici, il boss confidò ai suoi due uomini che il fratello della vittima «questo Raffaele Cracolici voleva vendicare la morte di suo fratello». Dunque Fortuna avrebbe appreso notizie sul delitto di Alfredo Cracolici nel momento in cui il suo capo gli avrebbe prospettato l’esigenza di uccidere Raffaele Cracolici del quale temeva la vendetta.

L’omicidio di Raffaele Cracolici

Quello di Raffaele Cracolici, dice Fortuna, è stato il primo omicidio che il collaboratore ha materialmente commesso per conto della cosca Bonavota. L’agguato è avvenuto il 4 maggio 2004 a Pizzo.
Rispondendo alle domande del procuratore generale, Annamaria Frustaci, il pentito afferma che i due fratelli Cracolici «comandavano uno a Filogaso e uno a Maierato» ed erano «vicini ai Mancuso». Fortuna poi specifica meglio come funzionava il controllo del territorio, perché «la zona industriale dipendeva dai Mancuso, non dai Cracolici» poiché «là c’erano interessi economici […] quella era la zona fiorente e non l’hanno lasciata loro; invece il contesto Maierato e Filogaso era un contesto… non era molto fiorente economicamente e… non interessava a nessuno».
Il motivo scatenante dell’omicidio di Raffaele Cracolici consisteva nel fatto che lui «voleva effettuare la sua vendetta per vendicare il fratello», riferisce il collaboratore, anche se la conseguenza della morte dei due germani fu che «dopo l’eliminazione di Raffaele Cracolici anche i Bonavota hanno preso una parte del controllo della zona industriale di Maierato».

La relazione ad Acconia

Dopo la cena tra Domenico Bonavota, Francesco Fortuna e Onofrio Barbieri, durante la quale il boss esprime l’esigenza di uccidere Raffaele Cracolici «si cominciò a prendere visione per compiere l’omicidio», dice Fortuna.

L’occasione propizia per il delitto si presentò quando il gruppo scoprì che Raffaele Cracolici aveva una relazione con una donna di Acconia. Ai summit convocati per decidere come procedere, racconta Fortuna, «c’era presente Domenico Cugliari, Bruno Cugliari; c’è stato presente Andrea Mantella, Francesco Scrugli, Bonavota Domenico, io, Barbieri Onofrio. Sì, ci sono state diverse riunioni. Poi ci sono stati degli incontri con Vincenzo Fruci e Francesco Michienzi». Questi ultimi, in particolare, sarebbero stati coinvolti poiché i boss della zona di Acconia, i fratelli Anello, in quel periodo erano detenuti.
Il pg chiede perché Fruci e Michienzi avrebbero dato il loro sostegno per questo delitto. «Ce lo diedero – risponde il teste – anche loro sinceramente avevano, per come dicevano, degli screzi, avevano avuto degli screzi con… con Cracolici Raffaele, non so di che genere, ma avevano avuto degli screzi. Ma poi c’era un rapporto molto intimo tra i Bonavota e gli Anello».

Articoli correlati

top
preload imagepreload image