Narcotraffico internazionale gestito dai vibonesi, 7 condanne in Cassazione per l’inchiesta Ossessione
Pene sino a 30 anni di reclusione nell’operazione della Dda e del Goa della Guardia di finanza di Catanzaro su diverse importazioni di stupefacenti


La Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne nei confronti di sette imputati coinvolti nel procedimento penale nato dall’operazione della Dda di Catanzaro denominata “Ossessione” contro il narcotraffico internazionale. Associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti i reati, a vario titolo, contestati. Vanno definitive le seguenti condanne: 30 anni per Salvatore Costantino, di 60 anni, di Nicotera; 30 anni per Fabio Costantino, di 48 anni, di Comerconi di Nicotera; 10 anni e 8 mesi per Giuseppe Costantino, 59 anni, di Nicotera; 2 anni (pena sospesa e non menzione) per Gennaro Papaianni, di 48 anni, di Vibo Valentia, residente a Milano; 8 anni, 10 mesi e 20 giorni per Giovanni Stilo, di 76 anni, di Nicotera, residente a Meda; 2 anni e 4mila euro di multa Antonio Narciso, 64 anni, di Vibo Valentia; 3 anni per Luigi Mendolicchio, 60 anni, di Milano.
Le accuse

Per la Cassazione, i ricorsi degli imputati sono tutti da rigettare poiché inammissibili o infondati. Regge in via definitiva, dunque, l’accusa in base alla qualead occuparsi dello scarico dello stupefacente in Italia sarebbero stati i Costantino (Salvatore, Giuseppe e Fabio) di Nicotera, facendola uscire dai porti e dagli aereoporti. In tale contesto, le indagini hanno fatto registrare gli affari dei vibonesi con esponenti legati al clan dei Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica, da anni trapiantati nel milanese e nel comasco, in grado di smistare importanti quantità di narcotico in Lombardia. Nel marzo del 2018 i finanzieri erano riusciti anche a penetrare in un deposito di Milano dove era stata stoccata la droga. Il blitz portava al sequestro di 430 chili di hashish, giunti in Italia dal Marocco, via Spagna, e una pistola, oggetto di furto, in uso a Salvatore Costantino. Gran parte della droga sequestrata era destinata a soddisfare le richieste dei finanziatori di stanza in Calabria, tra cui compariva Antonio Narciso di Vibo Valentia.

L’ingente quantitativo di droga sequestrato avrebbe rappresentato solo una quota parte del prodotto commissionato dai calabresi al potente cartello stanziato in Marocco, in grado di assicurare costanti ed enormi forniture di narcotico. I fratelli Costantino stavano infatti trattando con l’organizzazione marocchina l’acquisto di una quantità pari a 3.000 chili di hashish che, secondo i calcoli degli stessi affiliati, avrebbe portato nelle tasche dell’associazione un introito che si aggirava tra i quattro ed i cinque milioni di euro, da reinvestire nell’ancor più redditizio traffico di cocaina. I sodali, pienamente ingeriti nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, avrebbero inoltre dimostrato di voler difendere i propri interessi, ove necessario, anche con le armi. Il narcotraffico interessava anche altri Paesi come Colombia, Venezuela, Repubblica Dominicana, Spagna e Olanda.
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