martedì,Aprile 1 2025

Riciclaggio e intestazione fittizia di beni, liberi due coniugi di Nicotera

Il Tribunale del Riesame accoglie un’eccezione dell’avvocato Capria e dichiara la perdita di efficacia della misura cautelare emessa dal gip di Milano

Riciclaggio e intestazione fittizia di beni, liberi due coniugi di Nicotera
L’avvocato Francesco Capria

Il Tribunale del Riesame di Milano, in accoglimento dell’ eccezione difensiva formulata dall’avvocato Francesco Capria, ha disposto l’immediata scarcerazione dei coniugi Giuseppe Desiderato, 43 anni, e di Anastasia Ienuso, 42 anni, entrambi di Nicotera e finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione della Dda di Milano scattata il 25 febbraio scorso. L’inchiesta ha in particolare ricostruito sia l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita al narcotraffico, sia la costituzione di altra associazione a delinquere  finalizzata al riciclaggio dei proventi illeciti derivanti dallo smercio dello stupefacente.

I due indagati – Giuseppe Desiderato e Anastasia Ienuso – sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati fiscali (fatturazioni per operazioni giuridicamente inesistenti), oltre all’intestazione fittizia di beni immobili e quote societarie frutto di riciclaggio.  In particolare, i coniugi si sarebbero intestati, per conto del cognato, un immobile a Barlassina, in provincia di Milano,  un attico a Nicotera Marina in contrada Filippella ed un’attività di demolizione a Milano, oltre ad autovetture di lusso e conti bancari. Giuseppe Desiderato è inoltre il fratello di Francesco Orazio Desiderato  che viene collocato  al vertice dell’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (cocaina, hashish e marijuana). 

Francesco Orazio Desiderato

In particolare sarebbe stato il promotore e l’organizzatore del narcotraffico, dando ordini agli associati ed acquistando cocaina e hashish in quantità elevate, determinando il prezzo dello stupefacente e gestendo le somme di denaro provento dell’attività illecita. Il Tribunale del Riesame ha accolto per Giuseppe Desiderato e Anastasia Ienuso l’eccezione formulata dall’avvocato Francesco Capria, secondo la quale la fissazione dell’udienza camerale era da ritenersi viziata per il mancato rispetto dei termini di almeno tre giorni prima previsto dal codice di procedura penale.
In particolare, l’avvocato Capria, richiamando una sentenza della Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha rilevato che “nel procedimento di riesame l’inosservanza del termine di tre giorni liberi, che devono decorrere tra la notifica del decreto di fissazione e quello dell’ udienza, è una nullità generale, a regime intermedio che, se tempestivamente eccepita, ne impone la rinnovazione”. Sulla base di tale vizio procedimentale, il Tribunale del Riesame ha rilevato la “scadenza” dei termini di legge previsti per la relativa decisione e, di conseguenza, ha dichiarato la perdita di efficacia della misura cautelare per entrambi gli indagati.

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