mercoledì,Marzo 19 2025

Bike sharing a Vibo, il servizio fantasma annunciato da una miriade di cartelloni pubblicitari. Catania (Cnl): «Ci stiamo riorganizzando» -VIDEO

Il coordinatore della Confederazione nazionale del lavoro che detiene la gestione del servizio ammette l’impasse: «Atti di vandalismo inimmaginabili, alcune bici buttate nei burroni, ma le telecamere hanno ripreso tutto». E assicura: «Ora si cambia»

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Le paline pubblicitarie sono sorte recentemente un po’ ovunque a Vibo: in bella vista c’è una scritta inequivocabile “bike sharing” e un Qr code, quel simbolo che una volta inquadrato con il cellulare ti rimanda a una pagina web. Proviamo. Si apre una pagina che annuncia il servizio, illustra con tanto di foto le 4 ciclostazioni in giro per la città e invita a scaricare l’app che consente il noleggio delle bici. Grande. Lo facciamo, scarichiamo l’app, ma il risultato è quello che temevamo: per Android l’applicazione nello store non c’è proprio (un messaggio avvisa che è obsoleta) mentre per Ios si può scaricare ma quando viene attivata restituisce solo una pagina bianca. È questo quello che accade oggi, marzo 2025, a chi, magari un turista ignaro e fiducioso, prova a usare il servizio di bike sharing di Vibo.

Eppure è stato “inaugurato” quasi due anni e mezzo fa, il 6 ottobre 2022, con l’ex sindaco Maria Limardo in sella a una della 20 biciclette elettriche a pedalata assistita che avrebbero dovuto lanciare il capoluogo di provincia verso una mobilità più sostenibile, moderna e accessibile. Un progetto al passo con i tempi e nel pieno rispetto dell’ambiente costato finora 70mila euro di fondi pubblici e che, a distanza di quasi due anni e mezzo da quel famoso 6 ottobre, si è tradotto purtroppo in un fallimento anche per via di una serie di pesanti atti vandalici che hanno compromesso a più riprese l’utilizzo del servizio.

Un’inaugurazione fatta a favore di telecamere nonostante allora non ci fosse ancora un gestore che si facesse carico del servizio, diventato poi operativo soltanto nell’aprile del 2023 a seguito di un periodo di collaudo del sistema digitalizzato e dopo che ben tre gare per l’affidamento sono andate deserte. Alla fine la gestione del bike sharing fu affidata alla Confederazione Nazionale del Lavoro rappresentata da Michele Catania: «Ci proponemmo per la gestione del servizio perché siamo convinti che la strada da imboccare sia quella dell’ecosostenibilità e della mobilità a impatto ambientale zero, così come accade in altre città calabresi e italiane – racconta Catania ai nostri microfoni – ci credevamo davvero ma ci crediamo ancora oggi, nonostante tutto». 

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Tra le maggiori difficoltà riscontrate, quella legata a una serie di atti vandalici: «Il servizio è stato operativo più o meno un anno – spiega Catania – poi nell’estate 2024 abbiamo deciso di sospenderlo proprio per via degli ingenti danni subiti. In questo momento la maggior parte delle bici sono in manutenzione – prosegue Catania – ma si parla di una manutenzione pesante perché non si è trattato del semplice tentativo di sganciarle dalle ciclostazioni. Sono stati spaccati i sedili, i manubri, i GPS, addirittura alcune biciclette sono state prese e buttate nei dirupi».

La ciclostazione di piazza San Leoluca

Ok, ma le paline? Perché pubblicizzare un servizio che ancora non funziona? «Erano previste nel progetto – spiega Catania – servivano per pubblicizzare il bike sharing e ne erano previste solo quattro in prossimità delle ciclostazioni. È chiaro che però noi abbiamo anche bisogno di monetizzare (le paline ospitano anche altri annunci pubblicitari, ovviamente a pagamento, ndr) per poter affrontare i costi di gestione del servizio. Quindi il Comune ci ha concesso una deroga per poterne installare di più e in diversi punti della città». 
Intanto, però, le ciclostazioni restano desolatamente vuote dopo essere state vandalizzate. Sfregi che sono stati catturati dai sistemi di videosorveglianza: «Molti video – racconta Catania – sono stati consegnati alle forze dell’ordine che hanno individuato i responsabili, ma ci sono stati chiesti i filmati anche di altri episodi non strettamente legati alle bici, che sono tornati utili agli investigatori». Per ora, però, non si ha notizia di qualcuno che abbia subito le conseguenze della sua inciviltà. 

Delle 20 biciclette elettriche distribuite nella quattro stazioni cittadine di ricarica (Parco urbano, Villa comunale, piazza Municipio, Parco delle rimembranze e piazza San Leoluca) ne sono rimaste oggi soltanto tre (due al Parco delle rimembranze e una in piazza San Leoluca), aggredite dalla ruggine e dalle erbacce.

Nel frattempo solo qualche mese fa l’amministrazione comunale di Vibo Valentia ha deciso di continuare nel solco tracciato da quella precedente, destinando altri 61 mila euro per replicare a Vibo Marina, con nuove biciclette, l’investimento fatto a Vibo Città, con l’intenzione al tempo stesso di rimettere in sesto e ammodernare (anche in termini di software) quelle che torneranno, si spera, ad essere operative in centro.

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«Sapevamo – aggiunge Catania – che il servizio sarebbe potuto entrare pienamente a regime nel giro di un paio d’anni, perché bisogna anche educare le persone a utilizzare questo servizio. Come? Coinvolgendo le scuole, coinvolgendo le associazioni di promozione sociale per gli itinerari nel centro storico, organizzando convegni, dibattiti, però ripeto siamo stati così presi dal dover gestire i continui atti vandalici subiti da non riuscire a dedicare il giusto tempo a questo tipo di iniziative; ma lo faremo non appena completeremo l’investimento anche su Vibo Marina, dove credo e mi auguro si possa partire dalla prossima estate e dove riteniamo il servizio possa funzionare maggiormente considerati i flussi turistici. A breve – conclude – ci confronteremo con l’amministrazione e con l’azienda che ha venduto le bike così da poter programmare il futuro di questo servizio su cui sicuramente continueremo a puntare».

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