mercoledì,Marzo 19 2025

‘Ndrangheta, spararono all’impazzata in un ristorante affollato per ammazzare un boss: 4 arresti per la strage del 2007 a Cirò Marina

Sei persone rimasero ferite, tra cui una minorenne. A terra senza vita restò Vincenzo Pirillo, presunto reggente della cosca Farao-Marincola

‘Ndrangheta, spararono all’impazzata in un ristorante affollato per ammazzare un boss: 4 arresti per la strage del 2007 a Cirò Marina

Quattro arresti per la strage al ristorante compiuta quasi 18 anni fa per eliminare un boss nella feroce guerra di mafia nel Crotonese. Oggi l’operazione dei Carabinieri del Ros, supportati dal Comando provinciale di Crotone, ha chiuso il cerchio dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Salvatore Curcio (pm Elio Romano, ma l’indagine è stata seguita anche dall’allora sostituto della Dda e oggi procuratore di Crotone Domenico Guarascio). I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro indagati, accusati della strage avvenuta il 5 agosto 2007 a Cirò Marina, in cui fu ucciso Vincenzo Pirillo, presunto reggente della cosca ‘ndranghetista Farao-Marincola.

L’operazione è il risultato di un’attività investigativa basata sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e su nuovi riscontri emersi da intercettazioni effettuate in altri procedimenti penali prima e dopo la strage. L’indagine si inserisce nel solco di un precedente procedimento che ha già portato alla condanna in primo grado di Cataldo Marincola, ritenuto il mandante dell’omicidio. Il contesto è quello degli equilibri all’interno della cosca di ’ndrangheta Farao-Marincola di Cirò.

La strage si consumò all’interno del ristorante “Eko” di Cirò Marina: lì Pirillo fu colpito a morte da numerosi colpi d’arma da fuoco mentre si trovava tra i clienti del locale colmo di avventori. Nel blitz mafioso furono ferite altre sei persone, tra cui una minorenne all’epoca di fatti.

Secondo gli investigatori quell’omicidio fu deciso dai vertici della cosca, all’epoca latitanti, perché Pirillo avrebbe esteso eccessivamente la sua ingerenza nella gestione degli affari illeciti della cosca, perseguendo anche interessi propri: per questo sarebbe stata decisa l’eliminazione, tramite l’esecuzione dell’azione in modo volutamente eclatante, proprio per ripristinare il perimetro della effettiva leadership ‘ndranghetistica all’interno del territorio d’influenza criminale.

L’indagine ha permesso di individuare nuove responsabilità di altre 4 persone che sarebbero coinvolte nel delitto, con i diversi ruoli, tra cui uno dei presunti esecutori materiali, il soggetto che avrebbe tenuto le comunicazioni tra il presunto mandante e gli altri uomini coinvolti nel delitto, colui che avrebbe monitorato gli spostamenti della vittima, e colui che si sarebbe occupato di fornito le armi.

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