domenica,Marzo 16 2025

Serra San Bruno, consiglio comunale aperto dopo l’intimidazione al sindaco Barillari: «Non meritiamo questa violenza»

Politici e primi cittadini del Vibonese intervengono in massa all'assise di Palazzo Chimirri per esprimere solidarietà e condannare ogni forma di violenza. Romeo: «Quando nel 1989 subii un'estorsione volevo andarmene da qui. Poi ho deciso di scendere in politica per cambiare le cose»

Serra San Bruno, consiglio comunale aperto dopo l’intimidazione al sindaco Barillari: «Non meritiamo questa violenza»

A pochi giorni dall’intimidazione subita dal sindaco Alfredo Barillari, al quale, la notte tra il 4 e 5 marzo è stata incendiata l’auto proprio sotto casa, si riunisce a Serra San Bruno un Consiglio comunale aperto per un impegno comune alla legalità e per condannare ogni forma di violenza. Per l’occasione la sala di Palazzo Chimirri, oltre alla presenza di tutti i componenti del Consiglio comunale, ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione di sindaci del vibonese con indosso la fascia tricolore, tra questi anche il primo cittadino di Vibo Valentia Enzo Romeo.

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A manifestare la propria vicinanza al sindaco Alfredo Barillari, anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso e i consiglieri regionali Michele Comito, Antonio Lo Schiavo e Raffaele Mammoliti, l’assessore regionale Rosario Varì e il presidente della provincia di Vibo Valentia Corrado L’Andolina. 
Nei loro interventi ci sono parole di condanna per il vile gesto compiuto contro Barillari: «Serra non è criminalità» hanno detto all’unisono.

«Ho voluto partecipare alla seduta del Consiglio comunale di Serra San Bruno per esprimere vicinanza e solidarietà, mie e del Consiglio regionale, al giovane sindaco Alfredo Barillari», ha dichiarato Filippo Mancuso.
«Le intimidazioni – ha proseguito – in particolare agli amministratori locali, sono gesti inaccettabili, perché, da un lato ledono la serenità e la libertà d’azione di chi è impegnato a promuovere il benessere delle comunità e, dall’altro, minano il principio di legalità, fondamentale in uno Stato di diritto».

Sono seguite poi le testimonianze di chi, in passato, ha subito a sua volta atti intimidatori; come il sindaco Romeo che ha raccontato l’estorsione subita nel 1989: «Volevo andarmene e invece ho deciso di restare – ha raccontato il sindaco di Vibo -. Fu allora che decisi di entrare in politica, per cambiare le cose».

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Atteso l’intervento del primo cittadino Barillari che si è rivolto ai sindaci (presenti per l’occasione anche alcuni primi cittadini del Catanzarese e della Vallata dello Stilaro): «Persone che come me ogni giorno vivono questa realtà e che non meritano la violenza – ha detto con la voce rotta dall’emozione – non lo meritiamo per ciò che sottraiamo ai nostri affetti. Non possiamo essere ricambiati con nessun tipo di atteggiamento violento», ha proseguito Barillari. «Vogliamo che Serra San Bruno venga vista come località ricca di arte, storia, spiritualità e natura e non per vili gesti che non appartengono alla comunità serrese». E a quanti in questi giorni gli hanno chiesto “ma chi te lo fa fare”, il sindaco ha risposto: «Me lo fa fare l’amore per la nostra città, l’impegno e la passione per la politica. Me lo fa fare tutta la mia comunità che fa battere lo stesso cuore, che è quello di Serra San Bruno. Forza, forza Serra!», ha concluso il sindaco tra gli applausi della platea.

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