martedì,Marzo 11 2025

Vibo, due mesi senza acqua “potabile” e con una neonata da accudire: «Esasperati da una situazione insostenibile»

Giulia è una giovane mamma che abita nel quadrilatero tra la Scuola di polizia e l’ospedale dove dal 17 gennaio insiste un’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua anche per l’igiene personale: «Facciamo tutto con l’acqua minerale, viviamo tra le bottiglie di plastica. Non posso neppure farmi uno shampoo e al Comune mi hanno risposto “vada dal parrucchiere”»

Vibo, due mesi senza acqua “potabile” e con una neonata da accudire: «Esasperati da una situazione insostenibile»

Bottiglie di acqua minerale ovunque: in cucina, in soggiorno, in bagno, nella cameretta della bambina di appena sei mesi. Decine di bottiglie vuote sono poi ammucchiate in un sacco di plastica, in attesa di essere smaltite.
La casa di Giulia, agente di polizia e mamma di una bimba di quasi sei mesi, è assediata dalle bottiglie di plastica dal 17 gennaio scorso, da quando il Comune di Vibo ha emanato un’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua potabile nel quadrilatero di strade che vanno dalla Scuola di Polizia all’Ospedale. Due mesi senza la possibilità di usare ciò che esce dai rubinetti non tanto per bere (perché da queste parti nessuno è tanto folle), ma neppure per lavarsi o cucinare.

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«Disagio che va avanti da settimane»

«Un disagio enorme che va avanti da settimane», lamenta la donna originaria di Catania. «Siamo costretti a lavare la nostra bambina con l’acqua minerale», spiega. Un’emergenza che sta esasperando la giovane madre che, dopo essersi rivolta al Comune, aver invano chiesto l’intervento della Sorical e averle tentate tutte, ha deciso di rivolgersi ai media. «È mai possibile che nel 2025 interi quartieri di una città non possano utilizzare l’acqua?», si domanda. Le sue giornate sono scandite dall’emergenza. Anche per fare il bucato lei e il marito sono costretti ad arrangiarsi ricorrendo ai nonni paterni della bimba. Ai suoceri chiede ospitalità anche per farsi una doccia. Mentre per il cambio dei pannolini ha una sola alternativa: le salviette umidificate. «Per fortuna allatto mia figlia al seno, altrimenti con l’acqua minerale avrei dovuto lavare anche i biberon», racconta.

La risposta del Comune

La giovane agente di polizia ha avuto diverse interlocuzioni con l’assessore ai lavori pubblici Salvatore Monteleone: «All’inizio ha accolto le nostre istanze, è stato comprensivo, ma adesso non risponde più».
La coppia di neo genitori ha chiesto l’intervento delle autobotti ma la risposta di un dipendente comunale è stata spiazzante: “L’autobotte? D’inverno?”. «Ho protestato, mi sono lamentata, ho denunciato che non posso neppure farmi uno shampoo. E sa come mi hanno risposto dal Comune? “Vada dal parrucchiere”».

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L’ordinanza di non potabilità dell’acqua in alcuni quartieri di Vibo è tassativa: “L’acqua non può essere utilizzata per uso alimentare, igiene della persona, igiene orale, lavaggio oggetti per l’infanzia (biberon, contenitori pappe, ecc..), lavaggio e preparazione degli alimenti, lavaggio stoviglie e utensili da cucina e apparecchiature sanitaria”. Le vie interessate dal divieto sono via Antonio Assisi, via Filippo Polistina, via Angelo Leone e via Emilio Sacerdote dove risiede la giovane coppia con la loro bambina.
«Ci sentiamo abbandonati dal Comune – continua Giulia – Quanto ancora durerà questa situazione? Siamo stanchi e indignati. Questa emergenza sta condizionando la mia vita. I miei genitori che vivono in Sicilia ci hanno raggiunto per soggiornare qualche settimana e invece si fermeranno solo un paio di giorni».

La madre di Giulia, Carmela, conferma sconfortata che non potranno trattenersi quanto avrebbero voluto: «Abbiamo sperato che il divieto di potabilità rientrasse prima di venire a Vibo, ma questa emergenza non finiva mai, così ma alla fine abbiamo deciso di partire lo stesso per vedere nostra nipote. Ma tra un paio di giorni dovremo andare via perché così è impossibile andare avanti, soprattutto quando in casa ci sono più persone».

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