Architetti e ingegneri vibonesi bocciano i lavori di rigenerazione urbana: «Occasione sprecata, bisognava coinvolgere professionisti e cittadini»
I presidenti dei due Ordini provinciali bacchettano le amministrazioni comunali che si sono succedute a Vibo Valentia: «Avevamo consegnato delle proposte, ma non ve ne è più traccia». Ecco cosa suggeriscono adesso

I lavori di rigenerazione urbana in corso a Vibo Valentia destinati a cambiare il volto della città, fanno storcere il naso anche a Fabio Foti e Romano Mazza, presidenti rispettivamente dell’Ordine degli Architetti e di quello degli Ingegneri della provincia Vibo i quali parlano di «occasione sprecata», lamentando un mancato coinvolgimento da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute. «Avevamo consegnato agli amministratori del tempo alcune proposte progettuali insieme a Confcommercio, Camera di commercio e associazioni. Ma di quei suggerimenti si è persa traccia», dicono rammaricati. Per i due tecnici «manca un progetto urbano alla scala della città che interessi non solo le piazze, ma anche mobilità, parcheggi, socialità, commercio solo per fare alcuni esempi». Senza contare «l’assenza di qualsiasi coinvolgimento della comunità nella fase delle stesura preliminare della progettazione. Per intenderci è come se un architetto progetta casa tua e tu lo vieni a saper quando aprono il cantiere per i lavori».
I presidenti dei due Ordini professionali ritengono necessario coinvolgere tutte le forze politiche e le istituzioni culturali, associative, professionali e imprenditoriali. Ma soprattutto i cittadini in quelli che definiscono «momenti di democrazia urbana. Se si fosse pensato a loro molte delle approssimazioni e inadeguatezze di alcuni interventi, rispetto allo stato dei luoghi, sarebbe stato possibile superarle prima dell’apertura dei cantieri. L’esperienza di democrazia partecipata, se attivata – ribadiscono Foti e Mazza – può diventare decisiva nella competizione tra contesti territoriali e nella definizione del senso di appartenenza di una comunità».
I due rappresentanti degli architetti e ingegneri vibonesi propongono di istituire «un Urban Center, ovvero un centro di informazione, formazione, e produzione di idee, anche per informare i cittadini sull’evoluzione dei cantieri e per promuovere la cultura della partecipazione delle comunità nei processi di trasformazione della città». Non è mai troppo tardi, anche perché, ricorda Romano Mazza, «dobbiamo guardare al futuro, ovvero ai finanziamenti del Pnrr non ancora toccati. Se i futuri interventi terranno conto dei nostri suggerimenti, i risultati saranno migliori».