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Narcotraffico: operazione “Cerbero”, il ruolo dell’arrestato Carlo Pezzo

Del 38enne di Sant’Onofrio e della sua vicinanza al clan Bonavota parla il collaboratore di giustizia Domenico Agresta

Narcotraffico: operazione “Cerbero”, il ruolo dell’arrestato Carlo Pezzo

Associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Questa l’accusa che ha portato in carcere Carlo Pezzo, 38 anni, di Sant’Onofrio, nell’ambito dell’operazione “Cerbero” coordinata dalla Dda di Torino. Residente da qualche tempo a Mantova, Carlo Pezzo è accusato di aver partecipato ad un’associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti procacciando clienti ed intervenendo per conto dell’associazione nelle transazioni illecite, anche per ottenere il prezzo di cessione dello stupefacente. Gli viene quindi contestato di aver preso parte  alla cessione di 33 chili di hashish fra Torino e San Donato Milanese, datata 4 settembre 2016. Il servizio di videosorveglianza – annotano gli inquirenti – ha inoltre immortalato “l’arrivo di Carlo Pezzo, accompagnato da un uomo identificato in Bonavota Antonino, presso l’abitazione di Pasquino” Vincenzo ovvero di un altro degli arrestati nell’operazione “Cerbero”.  [Continua dopo la pubblicità]

Carlo Pezzo

Ad introdurre Carlo Pezzo nell’associazione di narcotrafficanti, secondo le risultanze investigative sarebbe stato Domenico Alvaro, 42 anni, di Sinopoli, residente a Chivasso, anche lui arrestato. Il collaboratore di giustizia, Domenico Agresta, ha quindi sostenuto che “Carlo Pezzo è un appartenente alla ‘ndrangheta con la dote di “camorrista”, conferitagli dallo stesso Alvaro Domenico. Con riguardo a Turi Arone posso dire che i miei contatti con lui sono iniziati per mezzo di Pezzo Carlo e Mimmo Bonavota. Mio padre mi disse che c’erano già stati contatti con Turi Arone in precedenza. Io ero detenuto, e mio padre era libero. Io ho parlato in carcere a Torino con Pezzo Carlo, con Domenico Alvaro, con Mimmo Bonavota”. Quindi il riferimento al locale di ‘ndrangheta dei Bonavota. “Loro, Pezzo Carlo e Mimmo Bonavota sicuramente avevano un locale – ha spiegato Agresta – me l’ha detto Pezzo Carlo che mi aveva parlato di Turi Arone come di un affiliato, dicendomi che mio padre già lo conosceva. Pezzo Carlo era unito ad Arone. Loro hanno sempre fatto affari con questi Arone a Carmagnola, intendo dire Pezzo Carlo e i Bonavota.Giu c’è il locale nel paese dove abita Mimmo Bonavota, vicino Vibo.

Carlo mi aveva lasciato pure l ‘indirizzo, che ho consegnato a voi. Ora rammento che è il paese di Sant’Onofrio, il paese dove hanno il locale. Lora avevano già un rapporto con Rocco Costa, Bruno Polito e Pasqualino Marando per acquistare droga. Mimmo Bonavota l’ho conosciuto in carcere a Torino. E’ affiliato, ha il grado del vangelo, mentre Pezzo Carlo era picciotto e Domenico Alvaro gli ha dato lo sgarro e la dote di camorrista. Mimmo Bonavota non era assegnato al carcere di Torino, andava e veniva, e per questo credo che Domenico Alvaro abbia proceduto al conferimento della dote di Pezzo Carlo al posto di Bonavota”. Salvatore Arone, 59 anni, di Sant’Onofrio, residente a Carmagnola, è stato arrestato nel marzo scorso nell’operazione antimafia “Carminius” per associazione mafiosa.

“Di Pasquale Bonavota – ricorda poi il collaboratore di giustizia Agresta – so che era in rapporti con Pasqualino Marando, che andava a trovare in latitanza; Ha avuto rapporti con Bruno Polito e  Rocco Costa per conto di mio zio Pasqualino. Me l’hanno riferito loro due, Mimmo Bonavota e Carletto Pezzo. Sentivo solo parlare di Turi Arone come di un punto di riferimento al Nord per Pezzo Carlo e Mimmo Bonavota. Proprio Mimmo Bonavotami fece chiaramente intendere che l’iniziativa di acquistare la cocaina da mio padre era stata sua e Mimmo Bonavota mi garantiva che mi potevo fidare di questo Pezzo Carlo. Anche Domenico Alvaro mi diede questa garanzia”.Gli investigatori hanno poi documentato anche “un importante incontro, avvenuto all’esterno della carrozzeria, tra Alvaro Domenico, Pezzo Carlo e Agresta Michele, quest’ultimo figlio di Agresta Antonio cl. ’60, esponente apicale del locale di Volpiano”.

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