Sanità in affanno, l’Usb incontra il sindaco Romeo: «A Vibo spesa pro capite di 128 euro, in Lombardia 2.200»
Secondo il sindacato, il problema non è solo l'ospedale inadeguato ma anche le risorse insufficienti. Dal canto suo il primo cittadino ha annunciato la redazione insieme ai suoi colleghi di un documento che evidenzi tutte le criticità e che sarà sottoposto a Occhiuto

Si è tenuto questa mattina un incontro cruciale tra il sindacato Usb (Unione sindacale di base) e il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, massima autorità sanitaria locale, per discutere la grave crisi che affligge la sanità nel vibonese. L’Usb ha fatto sapere attraverso un comunicato stampa di aver «portato all’attenzione del sindaco le profonde incoerenze del sistema sanitario calabrese, aggravate dal ridimensionamento dell’ospedale cittadino a “spoke”, con conseguente limitazione delle prestazioni a cure di minore complessità e del mancato accreditamento delle strutture specialistiche del territorio». Durante l’incontro, l’Usb ha evidenziato come «l’ampia autonomia regionale», con le sue venti regioni operanti in modo indipendente, abbia «prodotto una divisione normativa e inefficace, con politiche e tecnologie sanitarie diverse».
A questa situazione per il sindacato, si aggiunge la «mancanza di una politica nazionale per l’allocazione equa delle risorse tra le regioni». Per rendere l’idea della disparità, l’Usb ha citato l’esempio della «Lombardia, dove la quota pro-capite per la sanità ammonta a 2200 euro». Il sindacato di base ha ribadito con forza quanto «i cittadini calabresi siano trattati in modo “opzionale”» a causa di una «gestione – definita – “incompetente”, relegando la provincia di Vibo all’ultimo posto sotto ogni aspetto». I dati forniti dall’Usb sono allarmanti: «Mentre città come Cosenza dispongono di 80 milioni di euro e Catanzaro di 40 milioni, Vibo Valentia riceve solamente 4 milioni di euro per la sanità. La media pro-capite regionale per curarsi in Calabria è di soli 470 euro, ma a Vibo questa cifra crolla a 128 euro per cittadino».
Per il sindacato «la drammatica conseguenza di questa situazione è che un cittadino di Vibo non solo non ha una struttura ospedaliera adeguata, ma non ha nemmeno le risorse pro-capite sufficienti per curarsi, tanto che la provincia vibonese detiene il triste primato per la migrazione sanitaria». Ma le cattive notizie non finiscono qui. Secondo quanto denunciato dall’Usb, «il Piao sanitario (Piano integrato attività organizzative) penalizza ulteriormente la città di Vibo Valentia con risorse insufficienti, aggiungendosi ai 30 milioni di euro già tagliati in precedenza». Inoltre, durante l’incontro con il sindaco Romeo l’Usb ha sottolineato come le «strutture accreditate siano ancora escluse, senza un “badge” definito, impedendo loro di offrire alla cittadinanza cure specialistiche in convenzione e assistenza residenziale sanitaria, cruciale per una popolazione sempre più anziana».
In conclusione, l’Us ha chiesto al sindaco un «intervento urgente per uniformare l’assistenza cittadina almeno ai livelli delle altre province calabresi» e, soprattutto, «un’azione preventiva presso la Regione Calabria prima dell’assegnazione dei badge», al fine di «evitare ulteriori penalizzazioni per i cittadini del Vibonese», poiché «troppi danni sono stati fatti».
Dal canto suo Romeo, si legge ancora nella nota, «ha annunciato di avere in programma la redazione di un documento, in collaborazione con altri sindaci della provincia e tecnici locali, per evidenziare tutte le criticità cittadine e provinciali. Successivamente, si terrà un confronto con il commissario alla sanità calabrese e presidente della regione Roberto Occhiuto». L’Unione sindacale di base ha assicurato la propria «partecipazione alla stesura del documento con i propri esperti, con l’obiettivo di riaprire una vertenza in Regione sul tema della sanità nelle cinque province calabresi e scongiurare la migrazione sanitaria, che ad oggi supera i 330 milioni di euro a carico del servizio sanitario, oltre al disagio economico subito dai cittadini».