“Robin hood”: si allarga l’inchiesta e spuntano due nuovi indagati
Si tratta del cognato del boss Luigi Mancuso e del fratello della sposa atterrata in elicottero a Nicotera. Nel mirino della Dda anche molti altri soggetti selezionati dalla Regione
Si allarga a tutti i soggetti coinvolti nella “selezione per l’individuazione di risorse lavorative per l’attività di accompagnamento e sensibilizzazione in materia sociale destinata ai Comuni”, l’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Robin Hood” che ha portato in carcere che il consigliere regionale di Forza Italia Nazzareno Salerno. Nuovi ed ulteriori approfondimenti investigativi che rischiano di travolgere molte altre persone e che hanno già portato a due nuovi indagati a piede libero, accusati di concorso in abuso d’ufficio, con ingiusto vantaggio patrimoniale ed in un caso anche con l’aggravante di aver agevolato l’attività della famiglia mafiosa dei Mancuso accrescendone il potere ed il prestigio. Si tratta di Damiano Zinnato, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Luigi Mancuso (fratello della moglie del numero uno dell’omonimo casato mafioso) e di Saverio Spasari, pure lui di Nicotera e fratello della sposa atterrata in elicottero a Nicotera nel settembre scorso sollevando un vespaio di polemiche ed un’inchiesta della Procura di Vibo Valentia.
Damiano Zinnato e Saverio Spasari sono indagati in concorso con Claudio Isola, già consigliere comunale a Vibo e già componente della Struttura speciale dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria, Pasqualino Ruberto, ex presidente di Calabria Etica, Nazzareno Salerno e Vincenzo Spasari, quest’utimo padre di Saverio.
Damiano Zinnato e Saverio Spasari sarebbero stati assunti per fini esclusivamente clientelari nell’ambito dei progetti “Verifica degli standard strutturali e normativi delle strutture socio assistenziali nella Regione Calabria” (Spasari) e nell’attività di supporto al dipartimento delle Politiche sociali nell’attività di trasferimento delle funzioni delegate in materia sociale ai Comuni (Zinnato).
Le “manovre” di Pasqualino Ruberto. Ruberto, ex presidente di Calabria Etica, avrebbe avallato le richieste dell’allora assessore regionale, Nazzareno Salerno, avviando selezioni del tutto fittizie, laddove il personale da assumere sarebbe stato, al contrario, selezionato solo su base clientelare. In particolare, avrebbe avallato l’espletamento di procedure per il gip da ritenersi non trasparenti, parziali e svincolate dalla possibilità di un controllo comparativo successivo,
Damiano Zinnato, cognato del boss Luigi Mancuso (in foto il boss di Limbadi), risulta così selezionato in relazione all’uso della parola chiave legata al titolo di studio conseguito in istituti tecnici o scientifici laddove, al contrario, egli risulta possedere un diploma magistrale ed uno di maturità classica. Parimenti, nell’ambito dell’assunzione di Saverio Spasari risulta che la “parola chiave” inglobasse tutti i possibili titoli di studio, rendendo così di fatto la selezione inesistente.
I contratti di Damiano Zinnato sono datati 1 ottobre 2013 e 28 marzo 2014, mentre quelli di Spsari portano le date del 31 dicembre 2013 e del 25 marzo 2014.
Successivamente, esaurita tale selezione fittizia, Vincenzo Spasari e Claudio Isola avrebbero costretto il direttore generale del Dipartimento Politiche sociali della Regione Calabria, Bruno Calvetta, a velocizzare le procedure per la stipula dei contratti in favore di Damiano Zinnato e Saverio Spasari. Per fare ciò, Vincenzo Spasari e Claudio Isola avrebbero speso il nome dei Mancuso e sono per questo indagati per il reato di estorsione.
L’inchiesta è in ogni caso solo agli inizi ed in molti, assunti negli ultimi anni alla Regione con procedure “allegre”, cominciano a non dormire più sonni tranquilli. Mentre qualcun altro si è invece già messo in fila davanti alla porta della Procura per “vuotare il sacco” e “cantare” tutto con i magistrati della Dda.
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