giovedì,Febbraio 20 2025

«Ecco come ho conosciuto Bellocco», l’interrogatorio di Berretta nel processo sulla ‘ndrangheta a Milano

Il capo ultrà pentito ripercorre gli inizi della sua collaborazione con il rampollo del clan di Rosarno: «Il mio primo incontro, gli affari e la sua scelta di uccidermi»

«Ecco come ho conosciuto Bellocco», l’interrogatorio di Berretta nel processo sulla ‘ndrangheta a Milano

«Me l’ha presentato tramite “il cacciatore” e Monardo e vediamo di farlo entrare con noi nel direttivo». È recentissimo – dello scorso 21 gennaio – l’interrogatorio in cui Andrea Beretta, ex capo ultrà della Curva Nord dell’Inter – l’interrogatorio in cui il collaboratore di giustizia ricostruisce il suo primo incontro con Antonio Bellocco, che diventerà prima suo socio negli affari criminali che ruotano attorno a San Siro e poi acerrimo nemico, fino al finale tragico di Cernusco sul Naviglio e alla morte del rampollo del clan di Rosarno proprio per mano di Beretta.

In curva cambia tutto dopo una partita tra Atalanta e Inter: lo scontro con gli Hammerskin, che vogliono prendersi la curva, sta per esplodere e Bellocco sembra la soluzione migliore per riportare la gestione in mano a Beretta, al quale si aggiunge Marco Ferdico che, grazie alle sue amicizie calabresi, riesce ad agganciare Totò il Nano. Per Beretta, Monardo e “il cacciatore” – le due persone (Monardo resta senza nome in questa parte del racconto) che avrebbero creato il contatto con la Calabria – avevano un rapporto pregresso con Ferdico: «Non so se li aveva conosciuti quando lui era andato in Calabria a giocare a pallone (Ferdico ha giocato in passato nel Soriano, in provincia di Vibo Valentia, ndr), li aveva conosciuti lì, o li ha conosciuti dopo».

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Per Beretta, questi rapporti tra calabresi sono una giungla in cui «si conoscono tutti», sono tutti parenti o cugini. E i nomi non sono il suo forte. Ciò che ricorda è che «dopo la partita» il gruppo decide di vederci in pizzeria a Carugate: «Eravamo io Marco Ferdico, Franco Ferdico, Maurino Nepi, “il cacciatore”, Monardo e Antonio Bellocco, e ci siamo conosciuti lì in quella pizzeria».

A quell’appuntamento Bellocco sarebbe arrivato «con quei due lì, con “il cacciatore” e con Monardo», uomo del quale Beretta continua a fare soltanto il cognome. Lo scopo della pizza in compagnia è quella di sistemare l’affare con gli Hammerskin. Il rampollo del clan di Rosarno avrebbe detto a Beretta: «Tu devi dire che io e te ci conosciamo da tanto tempo, che avevamo a che fare col materiale», che in gergo sarebbe la droga. Bellocco sarebbe stata «la soluzione» al problema, Monardo e “il cacciatore” gli intermediari che lo avrebbero presentato a Ferdico.

Con Bellocco si pianifica un incontro con Mimmo Bosa, capo della fazione ultrà avversaria e ci si scambiano storie da stadio. Anche il calabrese avrebbe detto a Beretta che gli piaceva «fare gli scontri anche quando giocava la squadra del paese».
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