mercoledì,Gennaio 29 2025

«Distruggere le antiche basole è vietato», Italia Nostra Vibo presenta un esposto alla Soprintendenza a difesa di via Luigi Razza

L'associazione chiede lo stop dei lavori e il ripristino della pavimentazione risalente al 1700, considerando l'intervento in corso come uno spreco di fondi del Pnrr

«Distruggere le antiche basole è vietato», Italia Nostra Vibo presenta un esposto alla Soprintendenza a difesa di via Luigi Razza

La sezione vibonese di Italia Nostra aps ha formalmente depositato stamane al Comune di Vibo Valentia, alla Soprintendenza e per conoscenza alla Corte dei conti una nota tecnico-giuridica in cui contesta lo svellimento della pavimentazione storica di via Luigi Razza, motivandolo con una recente giurisprudenza che tutela il valore immateriale dei beni culturali. Un ulteriore passo in avanti, dopo la petizione popolare lanciata dal vice presidente dell’associazione, Alessandro Caruso Frezza, a difesa delle basole settecentesche di via Luigi Razza e del patrimonio storico-culturale da esse rappresentate, incautamente rimosse con una ruspa e senza previa numerazione delle stesse dalla ditta incaricata dal Comune di effettuare alcuni lavori. Nella nota, Italia Nostra evidenzia come «il nuovo quadro normativo che si è delineato dopo l’entrata in vigore (il 1° aprile 2022) dell’art. 518 duodecies Codice penale e dopo l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 5/2023 del 13/07/2023, rende atto dovuto revocare lo svellimento della pavimentazione storica di via Luigi Razza».

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La nota vale anche come risposta a quanto esternato dall’architetto Salvatore Monteleone e dall’ex soprintendente per le provincie di Reggio Calabria e di Vibo Valentia, Fabrizio Sudano, in merito al fatto che «svellere, mappare e numerare le basole delle pavimentazioni storiche, ancorché intatte, sia una procedura legittima e normalmente seguita». Lo «svellimento totale» denuncia il sodalizio, «ancorché preceduto da mappatura e numerazione dei pezzi lapidei preesistenti ed ancorché seguito dal riposizionamento di essi, comporterebbe, in ogni caso, la distruzione del valore immateriale di quella pavimentazione. Invero, una volta divelta nella sua interezza e materialità, essa non potrebbe più evocare le attività e le abilità artigianali che la fecero venire in essere almeno tre secoli fa, giacché sarebbe e diventerebbe solo espressione di una nuova attività di posa, svoltasi nell’anno 2025, con consequenziale cancellazione di ogni portata memoriale storica».

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Italia Nostra sezione di Vibo, in riferimento all’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, rimarca come «a seguito dell’art. 7 bis del Codice dei Beni culturali, in vigore dall’anno 2008, in richiamo alle Convenzioni Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale adottate a Parigi il 3 novembre 2003 e il 20 ottobre 2005, ogni bene storico-culturale è dato dall’unità indissolubile del suo valore materiale, tutelato tradizionalmente dall’art. 10 del medesimo Codice dei Beni culturali, e del suo valore immateriale (tutelato in maniera innovativa e rinforzata proprio dall’art. 7 bis), in guisa che se si distrugge il suo valore immateriale, cioè la capacità del bene materiale di evocare attività umane espressione di identità culturale collettiva locale storica, allora si ha la distruzione dello stesso bene storico-culturale».

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«Non vi è spazio alcuno per gli amministratori comunali – ha denunciato l’avvocato Caruso Frezza – per discettare se lo svellimento debba essere o meno proseguito: esso è adesso vietato. La circostanza che la predetta pavimentazione sia in perfette condizioni di conservazione (tranne qualche basola affossata e da livellare), così come lo sono i sottoservizi, fa venir meno poi l’asserito interesse pubblico che è stato posto a base del progetto di svellimento e della relativa deliberazione approvativa, non potendo assurgere ad “interesse pubblico” quello di “dover spendere ad ogni costo i soldi del Pnrr”».

È per questa ragione, spiega Italia Nostra sezione Vibo che della vicenda è stato notiziato anche il Collegio del controllo concomitante della Corte dei conti, «istituito appositamente nell’anno 2021 per controllare sull’uso economico, efficace ed efficiente delle risorse del Pnrr. E la distruzione del valore immateriale e materiale di una pavimentazione storica, integra ed in perfette condizioni di conservazione, così com’è quella di via Luigi Razza non appare ragionevolmente un uso economico (a fronte dell’incommensurabile valore immateriale ed evocativo del bene che ne risulterebbe distrutto), efficace ed efficiente di tali risorse». Italia Nostra insiste «affinché si abbia la revoca dello svellimento progettato, sostituito dal solo livellamento delle poche basole affossate, e l’immediato fedele ripristino della pavimentazione già divelta».

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