«Calderoli a Vibo come ministro, i “padroncini della città” se ne facciano una ragione»: l’Istituto di criminologia replica a Città Attiva
Il direttore Saverio Fortunato difende la scelta di aver invitato il principale fautore della riforma: «Noi facciamo formazione, non politica»
«A Vibo Valentia abbiamo scoperto, come Istituto di criminologia, che ci sono i “padroncini della città” che scrivono cartelli, s’intrufolano in “casa” altrui sotto mentite spoglie per poi “protestare” sia l’Istituto che l’ospite». Arriva piccata la replica del direttore dell’Istituto di criminologia di Vibo, Saverio Fortunato, dopo l’intervento a mezzo stampa dell’Osservatorio civico “Città attiva Vibo Valentia” che aveva contestato la presenza del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, invitato dall’Istituto in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico e intervenuto per parlare di Autonomia differenziata. Per il direttore Fortunato «il punto nodale è che vorrebbero decidere loro, a prescindere, chi può invitare o no l’Istituto di criminologia. Addirittura, lamentano, che abbiamo invitato il ministro Calderoli e che ha parlato da solo senza contraddittorio».
Il direttore dell’Istituto di criminologia di Vibo difende quindi la sua istituzione: «La cerimonia dell’inaugurazione dell’anno accademico ha un suo protocollo e non è, né può essere, una palestra del pensiero dove ognuno si alza e spara quello che gli viene in mente; ma rientra nell’attività didattica e formativa. Tuttavia, l’intervento del professore e avvocato Marco Baroncini è stato un contraddittorio, se solo si fosse ascoltato e capito – ha sottolineato Fortunato attraverso un comunicato stampa -, perché ha posto i nodi della sentenza della Consulta, in relazione alla riforma Calderoli. Inoltre, i “padroncini della città”, lamentano che il ministro Calderoli sia un ignorante che non sa parlare l’italiano e quant’altro. Mah! forse parlano per loro stessi, perché è laureato in Medicina e Chirurgia con 110 e lode all’Università Statale di Milano, nella stessa sede si è specializzato in Chirurgia maxillo-facciale con 60/60. In ogni caso, all’Istituto di criminologia non è venuto né come chirurgo, né come rappresentante della Lega ma come ministro della Repubblica».
Il direttore nella sua replica alle tre coordinatrici dell’Osservatorio civico – Guzzo, Primerano e Grillo – e mette poi altri paletti: «Un ministro della Repubblica, comunque si chiami, è sempre un onore e un privilegio averlo come ospite. Il nostro rapporto con lui è sui contenuti della riforma, come predetto, in relazione alla Costituzione repubblicana, che rimane il baluardo. Difatti, dieci giorni fa, avevamo mandato ai giornali un nostro contributo di studio sulla riforma. Contenuto che la Corte Costituzionale ha poi confermato nella sua sentenza e che noi avevamo antiveduto. Comunque – ha poi concluso Fortunato -, a dispetto dei “padroncini della città”, noi facciamo cultura e formazione, non politica. Ancor meno partitica. Con i nostri ospiti ci misuriamo sul contenuto e sullo studio. I nostri ospiti possono piacere o no, ma decidiamo noi chi invitare. I “padroncini della città”, e chi li appoggia, devono farsene una ragione».