domenica,Gennaio 26 2025

Marijuana a Parghelia: scarcerato il presunto boss, resta ai domiciliari un ventottenne

La decisione del gip di Vibo Valentia sull’operazione della Guardia di finanza che ha anche portato alla scoperta di una discarica abusiva e di alcuni immobili sprovvisti di autorizzazioni

Marijuana a Parghelia: scarcerato il presunto boss, resta ai domiciliari un ventottenne
Parghelia e nel riquadro Carmine Il Grande

Sono Carmine Il Grande, 66 anni, ritenuto il boss dell’omonimo clan di Parghelia, e Annibale Vittorioso, 28 anni, di Parghelia, le due persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione della Guardia di finanza di Vibo Valentia che ha portato al sequestro di quasi due chili di marijuana. Il ritrovamento è stato fatto dai finanzieri mercoledì pomeriggio in località Frezza di Parghelia alle ore 18. Concorso in detenzione di sostanze stupefacenti finalizzate allo spaccio il reato contestato a Carmine Il Grande e Annibale Vittorioso, mentre al solo Carmine Il Grande vengono anche contestati i reati di gestione non autorizzata di rifiuti e abusivismo edilizio. In particolare, i finanzieri hanno trovato e sequestrato un’area di 25mila metri quadri adibita a discarica (non autorizzata) di rifiuti pericolosi pari a 14 tonnellate, tra cui lastre di amianto, una motopala e sei autocarri. Nell’area erano presenti pure cinque immobili tra cui due capannoni e tre alloggi ad uso turistico, del valore di un milione di euro, sprovvisti di autorizzazione edilizia.

La decisione del gip

Comparsi stamane dinanzi al giudice per l’udienza di convalida, il gip del Tribunale di Vibo, Rossella Maiorana, ha convalidato gli arersti per entrambi ma poi ha emesso la misura cautelare (detenzione domiciliare) solo per Annibale Vittorioso, mentre per Carmine Il Grande ha ravvisato la carenza dei gravi indizi di colpevolezza per il concorso nella detenzione della marijuana e da qui la sua scarcerazione. Pur essendo stata rinvenuta la marijuana in un capannone di Carmine Il Grande, Annibale Vittorioso si è assunto dinanzi al giudice la responsabilità per la detenzione e da qui la mancanza dell’emissione di una misura per Carmine Il Grande che è così ritornato in libertà. Il pm della Procura di Vibo, Eugenia Belmonte, aveva chiesto per entrambi la detenzione domiciliare. Carmine Il Grande è difeso dall’avvocato Sandro D’Agostino, Annibale Vittorioso dall’avvocato Michele Accorinti.

Il profilo di Carmine Il Grande

Carmine Il Grande

Il 66enne viene ritenuto nelle operazioni “Costa Pulita” ed Olimpo – coordinate dalla Dda di Catanzaro – il boss indiscusso dell’omonimo clan di Parghelia, alleato dei La Rosa di Tropea e dell’articolazione del clan Mancuso facente capo a Cosmo Michele Mancuso, tanto che – stando ad alcune intercettazioni – persino il boss Pantaleone Mancuso (detto Scarpuni) si è dovuto fermare dal suo proposito di eliminare Carmine Il Grande in quanto “protetto” dallo zio Cosmo Michele. Nel processo nato dall’operazione “Costa Pulita”, Carmine Il Grande è stato condannato in appello (troncone con rito abbreviato) alla pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione, ma la Dda ha appellato nei suoi confronti la sentenza in Cassazione (in primo grado era stato condannato a 10 anni) e la Suprema Corte deve ancora pronunciarsi. Nel processo nato dall’operazione antimafia Olimpo (troncone con rito abbreviato), la Dda di Catanzaro ha invece chiesto nei suoi confronti, nell’aprile dello scorso anno, la condanna a 18 anni di reclusione. A marzo è attesa la sentenza. Carmine Il Grande aveva riacquistato la libertà il 18 maggio del 2020 per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare in quanto il gip distrettuale ha impiegato oltre due anni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza in abbreviato per l’operazione “Costa Pulita”.

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