Pizzoni, riscoperto quasi per caso un antico opificio nel centro del paese
Tra frantoi e mulini ritrovata anche un'epigrafe in latino risalente al 1817. Completamente integra la grande ruota persiana che muoveva il meccanismo
Un antico opificio riscoperto quasi per caso. È quanto successo a Pizzoni, confermando che molto spesso la bellezza è davanti ai nostri occhi ma non la vediamo.
Nel piccolo paese dell’entroterra vibonese, nel comprensorio delle Preserre, dopo un’accurata pulizia servita per mettere ordine in area abbandonata, ciò che emerge è piccolo tesoro di archeologia industriale: un antico opificio in un luogo che vanta un importante passato agricolo e commerciale. Tanta infatti la storia tra mulini e frantoi, e la rivalutazione di questo piccolo mondo ne è la più trasparente testimonianza. La peculiarità di quest’opificio è la grande ruota persiana in ferro che è rimasta completamente integra e che è stata messa in funzione durante il presepe vivente del dicembre scorso. Nel momento della riscoperta del luogo, dopo averlo ripulito, si è pensato di farne la location del presepe vivente, rendendolo unico nel suo genere. Oltre alla ruota sono visibili i vani per il deposito delle olive e, durante il percorso, si possono notare il mulino (completamente ripulito), il cunicolo, la mola soprana appoggiata all’angolo e soprattutto un’epigrafe in latino su marmo riguardante notizie sul mulino e risalente al 1817. Infine è possibile notare il mulino della corte, ma non visitabile poiché di proprietà privata. Insomma, Pizzoni ha il suo angolo senza tempo, ed è proprio al centro del paese.