Vibo, sono due gli infermieri aggrediti ieri in carcere. I sindacati del comparto sanità: «Intollerabile, serve più sicurezza»
Sei sigle chiedono maggiori misure di controllo e il potenziamento di quelle organizzative necessarie per arginare il fenomeno: «Occorre più personale»
Non è stata soltanto una la vittima dell’aggressione che si è consumata ieri nel carcere di Vibo. In un primo momento era emerso soltanto l’episodio che ha avuto le conseguenze più gravi: un’infermiera costretta a ricorrere alle cure del Pronto soccorso perché un detenuto le ha scagliato addosso un pesante oggetto che le ha procurato ferite al volto. Con lei, però, c’era anche un collega che è riuscito a scansare quasi del tutto il colpo che gli è stato inferto dal detenuto andato in escandescenze, venendo solo sfiorato da una manata senza particolari conseguenze. Resta la gravità dell’aggressione ai danni di due professionisti che svolgevano semplicemente il proprio lavoro.
Le sei sigle sindacali del comparto sanità Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursing Up, Fials e Nursind hanno reagito con un comunicato stampa congiunto, stigmatizzando con forza l’ennesimo atto di violenza ai danni degli operatori sanitari. «Il vile atto – scrivono i sindacalisti Luciano Contartese, Antonino D’Aloi, Massimiliano Lo Gatto, Giuseppe Gliozzi, Domenico Pafumi e Domenico La Bella – è stato perpetrato nei confronti di due infermieri, brutalmente aggrediti da un detenuto durante il loro turno di servizio. L’intervento tempestivo della Polizia penitenziaria – hanno sottolineato i sei sindacalisti – ha permesso di fermare l’aggressore ed evitare gravi risvolti, ma entrambi gli infermieri hanno comunque riportato lesioni. Ad avere la peggio, la professionista per cui si sono rese necessarie le cure al Pronto soccorso dell’ospedale Iazzolino».
I sei sindacalisti condannano fermamente il gesto, «esprimendo il diniego di ogni forma di violenza contro qualsiasi operatore sanitario. Non è tollerabile che un medico, un infermiere o altro operatore sanitario si rechi al lavoro senza avere la certezza di rientrare dai propri cari, senza essere vittima di maltrattamenti. La violenza – hanno sottolineato nella nota stampa – sta diventando un fenomeno sempre più preoccupante. Pertanto, chiediamo di incrementare le misure di sicurezza e di potenziare quelle organizzative ritenute necessarie per arginare il fenomeno a partire dalla carenza di personale sanitario, premettendo che nessuna motivazione può giustificare la violenza. La nostra solidarietà e vicinanza – hanno poi concluso – vanno a tutte i colleghi coinvolti, augurando loro una pronta ripresa. Tuttavia, dobbiamo affermare con chiarezza che della solidarietà non ce ne facciamo nulla se non vengono prese le necessarie misure per contrastare questo clima di pericolo e aggressioni».