mercoledì,Gennaio 15 2025

Rinascita Scott, Pittelli resta in libertà: rigettata l’istanza della Dda che chiedeva l’arresto

L'ex parlamentare è stato condannato a 11 nel primo grado del maxiprocesso. Per la seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro non ci sono elementi fondati per il ripristino della custodia cautelare in carcere

Rinascita Scott, Pittelli resta in libertà: rigettata l’istanza della Dda che chiedeva l’arresto
Giancarlo Pittelli

Resta in libertà Giancarlo Pittelli, penalista ed ex parlamentare catanzarese già condannato ad 11 di reclusione nell’ambito del procedimento penale noto come Rinascita Scott per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e bancarotta fraudolenta. All’esito del giudizio di primo grado la Dda di Catanzaro aveva infatti avanzato richiesta di applicazione della misura cautelare del carcere, istanza respinta invece dalla seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro «perché ritenuta infondata». Giancarlo Pittelli si trova in stato di libertà e difeso da un collegio riformato guidato dal professore Franco Carlo Coppi del foro di Roma e dagli avvocati Guido Contestabile, Sergio Rotundo, Giandomenico Caiazza e Francesco Gambardella.

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Secondo la Dda di Catanzaro «proprio la pronuncia di condanna a pena detentiva severa con conseguente ricorrenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza costituirebbe circostanza di per sé tale da rendere necessario il ripristino della massima misura cautelare». Argomentazioni, tuttavia, ritenute infondate dal Tribunale secondo cui «non ricorrono elementi che consentono fondatamente di ritenere ricorrente una consistenza tale da rendere necessario un inasprimento del presidio in atto».

Per i giudici, infatti, «non sono state rilevate trasgressioni o condotte che lascino anche solo lontanamente presagire che sia in procinto di darsi alla fuga e far perdere definitivamente le proprie tracce per sottrarsi all’esecuzione della pena». Inoltre, la condanna non è ancora divenuta definitiva e rilevano ancora «molto tempo ancora dovrà verosimilmente trascorrere perché lo possa diventare con conseguente inattualitá del paventato pericolo di fuga». Annotano i giudici poi che allo stato «non può prevedersi se e quale sarà l’eventuale evoluzione processuale, non potendosi escludere che la sentenza di primo grado subisca delle riforme anche, in ipotesi, migliorative rispetto alla posizione dell’interessato sicché appare davvero prematuro ritenere che stia programmando ed ordendo un volontario allontanamento per sottrarsi all’esecuzione della pena».
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