mercoledì,Gennaio 15 2025

La saletta esterna del Pronto soccorso di Vibo come casa: la storia di Livia che da 20 giorni vive in ospedale

Da diverse settimane una 50enne rumena senza casa ha trovato riparo nell’atrio che conduce al reparto. Un video finisce su Tik Tok e scatta un’ondata d’indignazione per la sua situazione di disagio. Ma lei rifiuta ogni aiuto, anche quello del Comune

La saletta esterna del Pronto soccorso di Vibo come casa: la storia di Livia che da 20 giorni vive in ospedale

Da quasi 20 giorni si rifugia nell’atrio del Pronto soccorso di Vibo Valentia. Ha con sé una valigia rossa e alcune buste di generi di prima necessità, dal cibo alle coperte, che qualcuno le ha lasciato nel tentativo di aiutarla. È la storia di Livia (così ha detto di chiamarsi), una senzatetto di origine rumene sulla cinquantina che rifiuta ogni tipo di assistenza. Una sua connazionale le ha anche offerto un alloggio. Ma di essere assistita non ne vuole proprio sapere. Ci ha provato anche il Comune di Vibo Valentia che attraverso i responsabili del servizio di Pronto intervento sociale ha offerto vitto e alloggio. Ma ogni richiesta di aiuto è stata rifiutata.

Una situazione che turba molti vibonesi. L’appello è partito dalla pagina Facebook “Sei di Vibo Se…”. «Avviso umanità», scrive Daniela dopo aver visto la donna in un video finito su Tik Tok. «Mi sono precipitata ieri notte e ho passato 3 ore con lei su quella panchina dell’ospedale provando a capire cosa le sia successo», si legge nel lungo post che termina con un appello alle autorità competenti. Un messaggio che ha suscitato grande commozione.

Tra i tanti cittadini che si stanno mobilitando in queste ore c’è Michela, che ha provato a tendere una mano alla donna. La incontriamo davanti al Pronto soccorso off-limits per i giornalisti. La guardia giurata ci blocca infatti all’ingresso impedendoci di documentare la situazione. «Tutti stanno cercando di aiutarla, ma lei non collabora – dice Michela -. Ho contattato il sindaco Enzo Romeo che si è precipitato in ospedale per incontrarla. Ma davanti al diniego assoluto, neppure lui ha potuto fare niente. Da cittadini – continua -, ci domandiamo che fine farà questa signora estremamente fragile. Non si può lasciare un essere umano in queste condizioni, bisogna aiutarla», invoca.

E se il vissuto della sventurata resta avvolto nel mistero, l’unica certezza è che non è stato attivato il Tso non essendo state riscontrate le condizioni per intervenire d’autorità per un trattamento farmacologico. Dal canto suo, il Comune di Vibo, dopo aver attivato gli assistenti sociali e provato a dare una sistemazione alla donna, sembra avere le mani legate. Ma presto la situazione potrebbe cambiare. Stando a quanto racconta Livia, pare che un parente sia in procinto di raggiungere Vibo per riportarla in patria.

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