sabato,Gennaio 11 2025

Omicidio Palumbo: il Tribunale del Riesame annulla l’ordinanza per il piscopisano Michele Fiorillo

La decisione per uno dei vertici del clan della frazione di Vibo arriva dopo un precedente annullamento con rinvio ad opera della Cassazione. Resta detenuto per l’operazione Rimpiazzo

Omicidio Palumbo: il Tribunale del Riesame annulla l’ordinanza per il piscopisano Michele Fiorillo
Nel riquadro Michele Fiorillo

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, adeguandosi alla decisione della Corte di Cassazione, ha annullato l’ordinanza custodiale per Michele Fiorillo, 39 anni, di Piscopio, detenuto dal maggio scorso a seguito dell’operazione antimafia coordinata dalla Dda e denominata “Portosalvo”. In particolare, Michele Fiorillo è accusato di aver preso parte all’omicidio di Michele Palumbo, l’assicuratore ucciso nel marzo 2010 nella sua villetta di Longobardi (frazione di Vibo Valentia) e ritenuto dagli inquirenti l’uomo di fiducia del boss di Limbadi e Nicotera, Pantaleone Mancuso (alias “Scarpuni”) per quanto riguarda il controllo di Vibo Marina. Il Tribunale del Riesame (e in precedenza la Cassazione) ha così accolto le argomentazioni prospettate dall’avvocato Diego Brancia
Alla base delle accuse nei confronti di Michele Fiorillo ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Raffaele Moscato Andrea Mantella e Bartolomeo Arena. Insieme a Michele Fiorillo per il delitto Palumbo sono indagati anche: Rosario Battaglia e  Rosario Fiorillo di Piscopio, Salvatore Tripodi, Francesco D’Ascoli e Salvatore Vita di Portosalvo. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro (che aveva in prima battuta rigettato il ricorso avverso l’ordinanza del gip distrettuale) ha fatto proprie le motivazioni della Suprema Corte che in punto di gravità indiziaria su tale fatto omicidiario, si era espresso in questi termini: “Vi è una evidente carenza di gravi indizi di colpevolezza in quanto le dichiarazioni di Moscato Raffaele non sono corroborate da alcun riscontro individualizzante. Michele Fiorillo non lascerà tuttavia il carcere in quanto detenuto per il procedimento nato dall’operazione antimafia denominata Rimpiazzo dove ha rimediato in appello una condanna a 12 anni per associazione mafiosa quale promotore del clan dei Piscopisani.

Il profilo di Michele Fiorillo

Michele Fiorillo

Michele Fiorillo era stato rimesso in libertà il 21 aprile 2023 dopo aver incassato l’assoluzione in Corte d’Assise a Catanzaro (difeso dall’avvocato Diego Brancia) dall’accusa di essere stato mandante dell’omicidio di Antonio De Pietro, l’impiegato della direzione provinciale del lavoro di Vibo, freddato a colpi di pistola nei pressi del cimitero di Piscopio l’11 aprile 2005. In carcere era quindi ritornato nel maggio scorso con l’operazione della Dda di Catanzaro denominata “Portosalvo” (la cui ordinanza è stata ora annullata dal Riesame). Si tratta di un personaggio di vertice del nuovo locale di ‘ndrangheta di Piscopio aperto – secondo le sentenze – fra il 2008 e il 2009 con la “benedizione” dei vertici della ‘ndrangheta reggina (nel caso di specie i Commisso di Siderno e gli Aquino di Marina di Gioiosa Ionica). Condannato a 8 anni di reclusione nel processo nato dalla storica operazione antimafia della Dda di Reggio Calabria denominata “Crimine” del luglio 2010 (pena già scontata), Michele Fiorillo oltre alle operazioni “Portosalvo” e “Rimpiazzo” è coinvolto pure in Rinascita Scott dove in primo grado (rito abbreviato) era stato condannato a 5 anni di reclusione mentre in appello è stato assolto.

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