venerdì,Gennaio 10 2025

Vibo, i lavori (fermi) nell’antico borgo di San Pietro appaiono come uno sfregio architettonico. Montesanti: «Da brividi»

Le immagini girate dallo storico vibonese con il suo drone restituiscono una prospettiva inedita del cantiere da 200mila euro: «Una “rigenerazione” urbana del tutto fuori contesto»

Vibo, i lavori (fermi) nell’antico borgo di San Pietro appaiono come uno sfregio architettonico. Montesanti: «Da brividi»
La frazione di San Pietro vista dall'alto (foto Antonio Montesanti)

Meglio dirlo subito: quando si parla di progetti per la realizzazione di nuove opere pubbliche, hanno tutti ragione. Ha ragione chi apprezza ma anche chi critica. La bellezza, si sa, è un fatto soggettivo, e ciò che piace a Tizio spesso è detestato da Caio. Epperò, sebbene sia difficile tirare una linea di demarcazione netta tra “bene” e “male”, spesso la bilancia tende a pendere in maniera decisa da una parte o dall’altra. Ed è tutta inclinata verso l’obbrobrio quella usata dello storico di Vibo Marina, Antonio Montesanti, che ha criticato con grande decisione i lavori (fermi) che dovrebbero, una volta finiti, “valorizzare” il borgo di San Pietro, minuscola frazione a mezza costa di Vibo Valentia, imprigionata da 4 anni da una strada resa inaccessibile da una frana. Per la riqualificazione di San Pietro ci sono a disposizione 22 milioni di euro di fondi Pnrr ma, come raccontato ieri da Il Vibonese, l’intervento è stato sospeso, mentre i residenti sono esasperati e arrabbiati dall’isolamento che sono costretti a subire.   

«Forse non è un caso che tutti i cantieri del Pnrr siano in ritardo – afferma Montesanti -. Progetti di “rigenerazione” urbana decontestualizzati, con soluzioni e materiali discutibili, onestamente dal brutto esito, sia in termini di Bellezza che di fruizione. Il solo modo per rendere digeribile un brutto lavoro è farlo durare fino a portare all’esasperazione i cittadini, al punto che, pur di chiudere il cantiere e ripristinare al più presto un minimo di normalità, tutti saranno disposti a sopportare un brutto risultato». E l’esempio che propone è proprio quello dei lavori parzialmente eseguiti a San Pietro. Grazie al suo drone, Montesanti ha fotografato dall’alto il cantiere, offrendo un punto di vista sino ad oggi inedito.

«Ci sono passato un attimo nel primo pomeriggio ed il quadro è davvero desolante – rimarca -. Non conforta nemmeno osservare le piastre di pietra chiara messe in posa in un paio di vicoli. Immaginare l’intero perimetro di quella piazza in pendenza, rivestito in quel modo fa venire i brividi».

Quindi, a suo dire, la “fermata” è strategica: «Purché si finisca e si ridia vivibilità al luogo, sopporteremo pure il peggio del peggio! E chissà, magari tra qualche anno si troveranno i soldi per rifarla. Consideriamoli come soldi spesi male, come quando compriamo sollecitati da una pubblicità ingannevole, una schifezza di prodotto e che, una volta provato, non compreremo mai più».
«L’antica e bella campana della piccola chiesa di San Pietro non suona più da tanto tempo in quel piccolo borgo», conclude con amarezza.

La frazione di San Pietro (foto Antonio Montesanti)

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