Rapina alle Poste di San Costantino con la pistola taser, il gip: «Carcere unica misura per i due indagati»
Le motivazioni alla base dell’ordinanza del giudice e il pericolo di reiterazione dei reati da parte dei due arrestati di Rosarno
«Elevata probabilità che gli odierni indagati tornino a delinquere e commettano delitti della stessa specie di quello per cui si procede. Concreto ed elevato pericolo che gli indagati, se liberi, commettano altri delitti della specie di quello per il quale si procede in quanto gli stessi hanno già dimostrato, con il loro comportamento, di essere del tutto imprevedibili e privi di autocontrollo». Sono alcuni dei passaggi del gip del Tribunale di Vibo Valentia, Roberta Ricotta, nel motivare la misura cautelare della custodia cautelare in carcere nei confronti di Rocco D’Agostino, 39 anni, di Rosarno, e Antonino Michelizzi, 37 anni, anche lui di Rosarno, entrambi accusati del reato di rapina pluriaggravata all’ufficio postale di San Costantino Calabro, portata a termine il 30 ottobre scorso. Ad entrambi, la Procura di Vibo contesta la recidiva reiterata e specifica in quanto annoverano «molteplici precedenti – penali e di polizia – per rapina, furto, porto d’armi e ricettazione» e da qui la misura del carcere motivata dal gip anche con «l’elevata probabilità della reiterazione dei fatti in contestazione», risalendo la rapina a pochi mesi fa, cosicchè il «pericolo di reiterazione di reati della stessa specie appare concreto ed attuale».
L’uso della pistola taser da parte dei rapinatori
Nel portare a termine la rapina alle Poste di San Costantino Calabro, i due rapinatori di Rosarno – secondo la ricostruzione operata dai carabinieri, dalla Procura e dal gip – hanno ripetutamente colpito con una pistola taser all’avambraccio destro il dipendente addetto allo sportello dell’ufficio postale, sottraendo quindi dalle casse del predetto ufficio la somma di 237 euro. Per il gip tale condotta integra «la circostanza aggravante dell’essere la violenza consistita nel porre il dipendente dell’ufficio postale in stato d’incapacità di agire, atteso che, come risulta dalle dichiarazioni dello stesso, era stato colpito al braccio con il taser e ciò aveva consentito ai rapinatori di impossessarsi del denaro. Sul punto merita rilevare che il taser – sottolinea il giudice – è un’arma che utilizza l’elettricità proprio per impedire il movimento del soggetto colpito, facendone contrarre i muscoli. A nulla rileva la circostanza che l’impedimento della vittima sia solo temporaneo e limitato al tempo strettamente necessario alla commissione del reato».
La misura del carcere
Per il gip del Tribunale di Vibo, la custodia in carcere appare «assolutamente indispensabile e l’unica idonea a tutelare le esigenze cautelari. La misura degli arresti domiciliari, anche con il braccialetto elettronico, non appare adeguata. Difatti, tenuto conto delle negative sfaccettature della personalità degli indagati, idonee ad esprimere una pervicace e matura professionalità nel delinquere, deve escludersi – sottolinea il giudice – che l’autorità giudiziaria possa riporre fiducia nella capacità di autocontrollo dei cautelati; si ritiene invero che l’applicazione di uno strumento di controllo a distanza non potrebbe garantire un adeguato contenimento delle esigenze cautelari accertate: esso informa l’autorità giudiziaria dell’abbandono del luogo di restrizione, ma non consente un continuo e completo monitoraggio dell’attività dei soggetti, nella fattispecie necessaria».
Fondamentali per arrivare ai due soggetti di Rosarno si sono rivelate le riprese effettuate da alcuni impianti di videosorveglianza, installati in alcuni distributori di carburanti lungo le strade che da Rosarno conducono a San Costantino Calabro (e non solo), così come le testimonianze di alcuni impiegati dell’ufficio postale che sono riusciti ad annotare il numero di targa dell’auto utilizzata dai rapinatori per darsi alla fuga, oggetto di un furto consumato a Nicotera il 29 ottobre scorso, il giorno prima della rapina alla Posta di San Costantino Calabro ubicata in piazza Dante.