venerdì,Gennaio 10 2025

Giornata da incubo alla Farmacia territoriale di Vibo: centinaia di pazienti in fila tra disperazione e rabbia

Il presidio che eroga medicinali salvavita ai malati affetti da gravi patologie ha raggiunto un livello di inefficienza ai limiti della sopportazione. La lettera di un nostro lettore a Occhiuto: «Presidente, ho il numero 101 e tra poco chiudono…»

Giornata da incubo alla Farmacia territoriale di Vibo: centinaia di pazienti in fila tra disperazione e rabbia

Sembra che per la Farmacia territoriale di Vibo al peggio non ci sia mai fine. Quella di oggi è stata un’altra giornata di disagi indicibili per centinaia di persone che nel corso della mattinata si sono affollate davanti alla sede della struttura pubblica gestita dall’Asp, che (dovrebbe) erogare farmaci salvavita a tutta una serie di pazienti affetti da patologie gravi e spesso croniche. Una situazione che, nonostante le proteste, gli articoli di stampa e i reiterati appelli al governatore Roberto Occhiuto, non fa registrare alcun miglioramento. Anzi, toccato il fondo si continua a scavare verso gli inferi di un servizio pubblico che non accenna a migliorare. E oggi si è “scavato” parecchio, con file interminabili e utenti portati all’esasperazione.

In fila come dannati in un girone dantesco

«Aspetto da 4 ore, dalle 8 di stamattina – racconta un utente in fila -, fino a poco tempo fa potevamo prenotare, anche se il servizio non è mai stato efficiente. Dal primo gennaio, invece, dobbiamo fare la fila e attendere il nostro turno e spesso capita di sentirci dire che il nostro farmaco non è disponibile…».

«Io vengo qui per mia mamma disabile – dice un’altra persona che centimetro dopo centimetro viaggia verso lo sportello della Farmacia territoriale -. Sono arrivata questa mattina presto, sapevo che avrei dovuto attendere molto, ma è quasi l’una e davanti a me ci sono ancora altre 90 persone. Mi chiedo il perché di questa disorganizzazione».

«Mai visto uno schifo del genere», incalza un’altra utente. «Anch’io sono malconcia», le fa eco un altro “dannato” in fila, che dal 2008 raggiunge con regolarità alla farmacia territoriale: «Sono arrivata alle 9.10 devo prendere le medicine per mio marito, ma ho subito un intervento alla colonna vertebrale per una compressione midollare. Ho cento persone davanti a me e non riesco a stare in piedi. Non c’è una sedia. Non c’è un bagno».

«Devo andare in bagno!»

Ecco, i servizi igienici che mancano. Un problema enorme per un presidio che dovrebbe prendersi cura dei malati. «Devo andare in bagno!», grida un uomo. Viene da Serra San Bruno, ha 76 anni ed è qui per la moglie: «Ha un tumore, ieri ha fatto la chemio e anche se sta male sono stato costretto a lasciarla sola per venire a prenderle le medicine. Spero che ci siano».

Seduta su un vaso sbrecciato c’è una donna: «Sono ucraina, è la prima volta che vengo qui. Ho la sclerosi multipla e non ho nessuno che può prendere il farmaco al posto mio. Davanti a me ci sono ancora 115 persone e sono in attesa da tre ore…». Insomma, un delirio.

La lettera aperta a Occhiuto

Molti i lettori che ci hanno contattato, indignati e arrabbiati per l’ennesimo disservizio, ma su tutto spicca la lettera aperta di Maria Caterina una signora di Vallelonga, sorella di un ammalato di sclerosi multipla ha inviato al presidente della Regione e commissario ad acta della Sanità calabrese, Occhiuto.  
«Buongiorno Signor Presidente – scrive Maria Caterina -, oggi ci sono rimasta veramente male a sapere che mio fratello, e tantissimi altri ammalati, è in fila alla farmacia territoriale di Vibo Valentia da stamattina. È il numero 101 e fino a questo momento ancora non è arrivato il suo turno. Fra poco la farmacia chiuderà e si tornerà domani o quando sarà il giorno prefissato per la consegna dei farmaci salvavita, e bisognerà rifare la fila dopo aver percorso circa 70 km andata e ritorno. Ah dimenticavo… meno male che oggi è una bellissima giornata e si può aspettare fuori visto i locali poco idonei a ospitare i pazienti, ma siamo in inverno e arriverà il brutto tempo. Lo so che questa mia lettera non riceverà la sua attenzione, visto i tanti impegni e problemi di questa nostra amata Calabria ma mi farebbe piacere sapere se almeno la avrà letta».

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