venerdì,Gennaio 10 2025

‘Ndrangheta: arriva in Cassazione il processo Rimpiazzo per 19 imputati condannati in appello

Quasi 80 i capi di imputazione contestati al clan dei Piscopisani e ad esponenti della cosca Mancuso. Nove le assoluzioni che vanno definitive, tre le prescrizioni

‘Ndrangheta: arriva in Cassazione il processo Rimpiazzo per 19 imputati condannati in appello
La Cassazione e nei riquadri Rosario Battaglia e Pantaleone Mancuso
Giuseppe Salvatore Galati

Arriva in Cassazione il procedimento penale nato dall’operazione antimafia denominata “Rimpiazzo” che ha colpito il clan dei Piscopisani ed anche alcuni esponenti del contrapposto clan dei Mancuso di Limbadi. La prima sezione penale della Suprema Corte ha infatti fissato per il 18 marzo prossimo l’udienza per esaminare i ricorsi presentati dai difensori degli imputati condannati in appello a Catanzaro il 28 marzo dello scorso anno. Dinanzi alla Cassazione, pertanto, dovranno comparire i seguenti imputati: Rosario Battaglia, di 39 anni, uno dei vertici del “locale” di Piscopio, condannato in appello a 28 anni e 3 mesi di reclusione; Simone Prestanicola, di 46 anni, di Piscopio, condannato a 3 anni; Michele Staropoli, di 57 anni, di Piscopio, condannato a 7 anni e 2 mesi; Nazzareno Galati, di 34 anni, di Piscopio, condannato a 13 anni e 8 mesi; Benito La Bella, di 36 anni, di Piscopio, condannato a 13 anni e 8 mesi; Nazzareno Pannace, di 33 anni, di Vibo ma domiciliato a Bologna, condannato a 6 anni e 8 mesi; Francesco Popillo, di 37 anni, di Vibo ma residente a Bologna, condannato a 6 anni e 8 mesi; Francesco Romano, di 37 anni, di Briatico, condannato a 6 anni; Pierluigi Sorrentino, di 33 anni, di Vibo Marina, condannato a 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Salvatore Galati, di 60 anni, detto “Pino il ragioniere”, indicato quale “capo società” del clan dei Piscopisani, condannato a 12 anni; Giuseppe Brogna, di 65 anni, di Piscopio, condannato a 12 anni; Stefano Farfaglia, di 40 anni, residente a San Gregorio d’Ippona, condannato a 10 anni; Angelo David, di 40 anni, di Piscopio, condannato a 10 anni; Nazzareno Colace, di 59 anni, di Portosalvo, condannato a 8 anni; Francesco Felice, di 29 anni, di Piscopio, condannato a 13 anni e 8 mesi; Pantaleone Mancuso, di 62 anni, detto “Scarpuni”, di Limbadi, residente a Nicotera Marina, condannato a 8 anni; Domenico D’Angelo, di 61 anni, di Piscopio, condannato a 10 anni; Giuseppe D’Angelo, di 50 anni, di Piscopio, condannato a 10 anni e 4 mesi; Michele Silvano Mazzeo, di 53 anni, di Mileto, condannato a 8 anni e 2 mesi.

Le assoluzioni definitive

La Corte d'Appello di Catanzaro
La Corte d’Appello di Catanzaro

Vanno invece definitive le assoluzioni di secondo grado per: Ippolito Fortuna, di 63 anni,di Vibo Marina (condannato a 8 anni in primo grado) e Giuseppe Lo Giudice, di 45 anni, di Piscopio (condannato a 6 anni in primo grado). Nei loro confronti la Procura Generale di Catanzaro non ha appellato in Cassazione le assoluzioni.  
Da ricordare poi che la Corte d’Appello di Catanzaro il 28 marzo dello scorso anno ha confermato le assoluzioni (che diventano così definitive) decise in primo grado dal Tribunale di Vibo nei confronti di: Giovanni Tinelli, di 47 anni, di Trieste, finanziere in servizio a Vibo(il pm in appello aveva chiesto 3 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Bagnato); Nicola Barba, detto “Cola”, di 71 anni, di Vibo Valentia, residente a Bivona (in appello erano stati chiesti 8 anni, difeso dall’avvocato Diego Brancia); Maria Concetta Immacolata Fortuna, 66 anni di Piscopio (chiesti in appello 11 anni);  Luigi Zuliani, di 53 anni, di Piscopio(chiesti in appello 6 anni); Gianluca Tavella, di 54 anni, di Vibo(chiesti in appello 8 anni); Michele Fortuna, di 39 anni, di Piscopio (chiesti in appello 10 anni e 10 mesi); Francesco Tassone, di 46 anni, imprenditore agricolo residente a Vibo(chiesti in appello 16 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo). Infine in appello il 28 marzo scorso la Corte aveva dichiarato la prescrizione dei reati per: Raffaella Mantella, di Vibo (chiesti in appello 2 anni); Annarita Tavella, di 36 anni, di Vibo Valentia (chiesti in appello 2 anni); Tommaso Lo Schiavo, di 63 anni, di Piscopio (chiesti in appello 2 anni).

Le parti civili

Rosario Battaglia, Giuseppe Brogna, Nazzareno Colace, Domenico e Giuseppe D’Angelo, Angelo David, Stefano Farfaglia, Francesco Felice, Nazzareno Galati, Giuseppe Salvatore Galati, Benito La Bella, Michele Silvano Mazzeo, Michele Staropoli in appello sono stati condannati alla rifusione delle spese legali sostenute dalle seguenti parti civili: Regione Calabria (avvocato Annapaola De Masi), Comune di Vibo Valentia (avvocato Maristella Paolì), Associazione Antiracket e antiusura Vibo (avvocato Giovanna Fronte), Provincia di Vibo Valentia (avvocato Maria Rosa Pisani). Rosario Battaglia è stato anche condannato alla rifusione delle spese sostenute dalle parti civili Antonio Chiaromonte per la “Chiaramonte srl”, con sede legale a Triparni (avvocato Giovanna Fronte), e Domenico Maduli (rappresentante legale della Pubbliemme srl costituita parte civile con l’avvocato Vincenzo Belvedere), mentre Michele Silvano Mazzeo è stato condannato a rifusione delle spese sostenute dalla parte civile Raffaele Corigliano (assistito dall’avvocato Pietro Proto). Parti civili nel processo anche Giuseppe Lopreiato, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Gennaro, e Marcello Gagliotti assistito dall’avvocato Massimiliano Carnovale.  

Collegio di difesa

Impegnati nel collegio di difesa in Cassazione gli avvocati: Giuseppe Di Renzo, Francesco Lojacono, Paride Scinica, Giuseppe Bagnato, Diego Brancia, Sergio Rotundo, Francesco Muzzopappa, Guido Contestabile, Salvatore Staiano, Walter Franzè, Francesco Calabrese, Luca Cianferoni, Francesco Gambardella, Valerio Vianello Accorretti, Michelina Suriano, Antonio Rocco, Francesco Sabatino, Alessandro Diddi, Michele Andreano, Sergio Bellotti, Giuseppe Gervasi, Sergio Mangiavillano, Franco Moretti.

Da ricordare che Rosario Battaglia è stato condannato il 5 luglio 2022 in Cassazione a 30 anni di reclusione quale mandante dell’agguato costato la vita al presunto boss di Stefanaconi Fortunato Patania, ucciso nel settembre 2011. Pantaleone Mancuso sta invece scontando l’ergastolo per l’omicidio di Francesco Scrugli e i tentati omicidi di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato (marzo 2012 a Vibo Marina). Giuseppe Salvatore Galati era stato invece già condannato in via definitiva per associazione mafiosa (pena già scontata) nel processo nato dall’operazione “Crimine” della Dda di Reggio Calabria scattata nel 2010.

Articoli correlati

top