venerdì,Gennaio 10 2025

Sei sigle sindacali del comparto sanità si uniscono per chiedere la stabilizzazione di infermieri e oss “licenziati” dall’Asp di Vibo

In serata la triade commissariale che guida l'Azienda sanitaria provinciale ha ufficializzato l'errore relativo alla pianta organica «sottostimata di alcune decine di unità»

Sei sigle sindacali del comparto sanità si uniscono per chiedere la stabilizzazione di infermieri e oss “licenziati” dall’Asp di Vibo

Le organizzazioni sindacali del comparto sanità di Cgil, Cisl Fp, Uilfpl, Nursing Up, Fials e NurSind in un comunicato stampa congiunto «esprimono profonda solidarietà e vicinanza a tutti i dipendenti a cui non è stato rinnovato il contratto e oggi chiedono a gran voce di essere stabilizzati avendo raggiunto il requisito minimo previsto per legge. In un periodo di incertezze e difficoltà, il sostegno ai lavoratori rimane una priorità assoluta, un sostegno che va anche nell’ottica di garanzia dei servizi e soprattutto del diritto alla salute che oggi con il venir meno di queste figure professionali è messo a dura prova. Abbiamo richiesto un incontro con l’Azienda sanitaria di Vibo Valentia – hanno fatto sapere i sindacati – per ottenere un quadro chiaro e dettagliato della situazione prospettata riguardo l’esubero di personale, esubero che a nostro avviso non esiste».

Una circostanza che questa sera è stata riconosciuta ufficialmente anche dalla triade commissariale che guida l’Asp, che, dopo un incontro in Regione con i funzionari del dipartimento salute, ha reso noto che «l’attuale dotazione organica di infermieri e oss è sottostimata i alcune decine di unità», a causa di flussi «precedentemente inviati agli uffici regionali in data 31/12/2023 e aggiornati in data 31/12/2024».

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«Siamo determinati a proseguire il confronto – hanno rimarcato nel comunicato stampa congiunto -, convinti che la questione possa essere risolta con trasparenza e dialogo laddove ci sia la voglia e lo spirito di collaborare per arrivare ad un risultato. Abbiamo chiesto di visionare il lavoro che questa Azienda sanitaria ha svolto al fine di valutare l’esistenza o meno di questo esubero, un lavoro su cui le scriventi vogliamo analizzare e aprire il confronto, in quanto un eventuale risultato negativo del fabbisogno significherebbe che qualcosa non ha funzionato tra la trasmissione e i calcoli, e questo avrebbe un risvolto importante in tutta questa vicenda. Il Decreto commissariale 192/2019 stabilisce chiaramente i requisiti a cui ogni azienda deve attenersi per il fabbisogno del personale».

«Tuttavia, pensiamo che tra la comunicazione dei dati e il calcolo del fabbisogno, questo decreto non sia stato rispettato in modo adeguato, soprattutto se rapportato anche ad altre Aziende sanitarie che hanno lo stesso volume di flussi se non addirittura inferiore. Siamo pronti a dimostrare con i fatti le nostre posizioni e a trovare soluzioni concrete. Confermiamo il nostro impegno costante e la nostra disponibilità a confrontarci come abbiamo sempre fatto per la tutela dei diritti e in questo caso del futuro dei lavoratori. La nostra lotta continua – hanno poi concluso Luciano Contartese, Antonino D’Aloi, Massimiliano Lo Gatto, Giuseppe GLiozzi, Domenico Pafumi e Domenico La Bella -, uniti per un lavoro dignitoso e sicuro per tutti, a garanzia del diritto alla salute».

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