mercoledì,Gennaio 8 2025

‘Ndrangheta: operazione Habanero, resta in carcere presunto esponente del clan di Acquaro

È accusato di far parte della ‘ndrina dei Maiolo e di aver detenuto un’arma da sparo. La Cassazione conferma la decisione del Tribunale del Riesame

‘Ndrangheta: operazione Habanero, resta in carcere presunto esponente del clan di Acquaro

Resta in carcere Cosmo Damiano Inzitari, 48 anni, di Acquaro, negli ultimi tempi residente in Piemonte, coinvolto nell’operazione antimafia denominata Habanero. La prima sezione penale della Cassazione ha infatti rigettato il suo ricorso confermando la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro del 4 luglio scorso. In particolare, i capi oggetto di conferma riguardano: la partecipazione – tra il 2018 e il 2019 – ad un’associazione di stampo mafioso denominata ‘ndrina Maiolo; la detenzione di un’arma comune da sparo. Le fonti di prova esaminate nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono essenzialmente rappresentate dalle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e dal contenuto di alcune conversazioni oggetto di captazione che collocano Cosmo Damiano Inzitari, secondo l’accusa, come particolarmente vicino ad Angelo Maiolo. Si tratta di conversazioni che, anche secondo il Tribunale del Riesame, consentono di inquadrare il rapporto in termini di partecipazione dell’Inzitari alla cosca capeggiata da Maiolo. Anche la condotta di detenzione e porto dell’arma viene desunta dai contenuti di una conversazione intercettata in data 2 settembre 2018”.

Per la Cassazione, inoltre, in sede di legittimità “non è consentita la rivalutazione del dato captativo, salve le ipotesi di evidente travisamento del significato, che nel caso in esame non ricorrono”. Ad avviso della Suprema Corte, infatti, dai contenuti delle varie conversazioni – che coprono un arco temporale alquanto ampio – si è desunto senza vizi logici che il rapporto intercorso tra Inzitari e Angelo Maiolo non era un rapporto di semplice frequentazione, ma un rapporto funzionale al raggiungimento di comuni obiettivi ricollegabili (in diversi ambiti, da quello del controllo del territorio a quello della penetrazione in attività economiche) all’agire del sodalizio criminale di cui il Maiolo era uno dei vertici operativi”. Da qui il rigetto del ricorso ed anche la condanna di Inzitari al pagamento delle spese processuali.

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