mercoledì,Gennaio 8 2025

Sparatoria di Natale 2023 a Sorianello, lascia il carcere ventenne di Gerocarne

Il gip accoglie un’istanza del difensore gradando la misura cautelare con gli arresti domiciliari e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico

Sparatoria di Natale 2023 a Sorianello, lascia il carcere ventenne di Gerocarne

Lascia il carcere per gli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, Nazzareno Salvatore Emanuele, 20 anni, di Gerocarne, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. La decisione è del gip del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, in accoglimento di un’istanza del legale. Per il gip sussiste nei confronti di Nazzareno Salvatore Emanuele la gravità indiziaria in relazione alla sparatoria messa in atto a Sorianello, dopo una lite in un bar, ai danni dell’argentino Jeremias Lovrovich, raggiunto a casa da un colpo d’arma da fuoco al polpaccio la sera del Natale 2023. Il tempo già trascorso in carcere e la prospettata definizione del procedimento con rito alternativo sono tuttavia, ad avviso del gip, elementi di cui tenere conto per l’adozione della misura gradata degli arresti domiciliari con obbligo però di indossare il braccialetto elettronico al fine di un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine. Nazzareno Salvatore Emanuele non potrà quindi allontanarsi dal luogo di esecuzione della misura (un’abitazione sita a Soriano Calabro) senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria e non potrà comunicare – neanche per via telefonica o telematica – con persone diverse da quelle conviventi. Per la sparatoria di Sorianello, unitamente a Nazzareno Salvatore Emanuele sono indagati anche Giuliano Nardo, 21 anni, di Sorianello (difeso dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Cicino e che nel novembre scorso ha lasciato pure lui il carcere per i domiciliari) e Michele Idà, 28 anni, anche lui di Gerocarne (assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, pure lui passato a novembre agli arresti domiciliari). Devono rispondere, in concorso tra loro, dei reati di lesioni personali aggravate, porto ed esplosione di colpi d’arma da fuoco, violazione di domicilio e danneggiamento.

Alla “missione punitiva” – secondo la ricostruzione del gip, della Procura di Vibo e dei carabinieri – avrebbe preso parte anche una quarta persona ancora da identificare in quanto incappucciata e con volto coperto al momento dei fatti. Nazzareno Salvatore Emanuele è figlio di Gaetano Emanuele (fratello del boss ergastolano Bruno Emanuele), attualmente irreperibile per l’operazione antimafia Habanero che il 21 giugno scorso ha fatto luce sulla “Strage di Ariola” avvenuta il 25 ottobre 2003 con tre morti ed un ferito. Nei confronti di Gaetano Emanuele il 20 dicembre scorso il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. 
Giuliano Nardo è invece figlio di Michele Nardo, quest’ultimo conprecedenti di polizia “per tentato omicidio, ricettazione, riciclaggio, detenzione abusiva di armi” e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.  Michele Idà è infine figlio del 60enne Franco (“Nuccio”) Idà, cognato del boss Bruno Emanuele.   Franco Idà è tornato totalmente libero senza alcuna misura nel luglio 2022 dopo aver scontato la condanna per associazione mafiosa e narcotraffico (11 anni e 6 mesi) al culmine dell’operazione “Luce nei boschi”. 

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