lunedì,Gennaio 6 2025

Processo Imponimento, il comportamento «eticamente riprovevole» dell’architetto Tedesco ma «nessuna adesione alla cosca Anello» 

Le motivazioni che hanno portato all’assoluzione dell’ex consigliere comunale di Vibo. «Toni amichevoli con il boss» di Filadelfia ma non ci fu contributo all’estorsione per la costruzione di un villaggio turistico. In Petrolmafie invece condannato a 10 anni

Processo Imponimento, il comportamento «eticamente riprovevole» dell’architetto Tedesco ma «nessuna adesione alla cosca Anello» 

L’architetto ed ex consigliere comunale di Vibo Valentia, Francescantonio Tedesco, è stato assolto – nell’ambito del processo Imponimento, istruito contro la consorteria Anello-Fruci di Filadelfia – dalle accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata e illecita concorrenza.
La Dda di Catanzaro aveva invocato una condanna a 18 anni di reclusione, ma secondo il Tribunale di Lamezia Terme – Angelina Silvestri presidente, Maria Giulia Agosti e Gian Marco Angelini a latere – per quanto riguarda l’accusa di essere partecipe all’associazione Anello-Fruci, gli elementi indiziari sussistenti a carico di Francescantonio Tedesco non sono «dotati di adeguata efficacia probatoria da fondare, oltre ogni ragionevole dubbio, remissione di una pronuncia di condanna».
Motivazioni speculari accompagnano anche l’assoluzione dalle accuse di estorsione e illecita concorrenza: «… gli elementi probatori non consentono di ascrivere all’imputato, con sufficiente consistenza dimostrativa, l’estorsione e l’illecita concorrenza ai danni di Vincenzo Renda».
Ma procediamo con ordine.

Leggi anche ⬇️

Le accuse

Tedesco avrebbe avuto, scrive la Distrettuale, «il ruolo di partecipe all’associazione Anello-Fruci, quale soggetto attivo nel settore dell’edilizia e impegnato nella vita politica locale che collaborava con il sodalizio nel mantenimento del controllo del settore dei lavori edili, concorrendo ad esercitare pressioni sugli imprenditori in occasione di specifiche vicende estorsive».
In particolare, avrebbe contribuito a favorire la cosca Anello-Fruci, esercitando pressioni sull’imprenditore Vincenzo Renda nel 2017 quando questi stava eseguendo i lavori di costruzione un viliaggio-residence in località Galia del comune di Pizzo.
Tedesco, all’epoca direttore dei lavori, avrebbe contribuito ad aumentare le pressioni nei confronti di Renda – rappresentante di fatto della Genco Carmela & Figli srl – affinché questi si avvalesse delle imprese gradite alla cosca Anello-Fruci a scapito delle ditte vicine alla cosca Mancuso.

Leggi anche ⬇️

I giudici: «Si è limitato e riportare le richieste tra Renda e Anello»

Prima di questa vicenda Tedesco «non aveva alcun rapporto con Rocco Anello», boss dell’omonima cosca. Sarebbe stato Rosario Pugliese, detto “Cassarola”, a capo della ‘ndrina di Vibo Valentia, a presentare il direttore dei lavori a Rocco Anello e a mettere per primo in contatto il boss di Filadelfia con l’imprenditore Renda. Per la cronaca: anche Pugliese è stato assolto per questa vicenda.
Secondo il collegio, Tedesco sarebbe intervenuto «prendendo atto delle condizioni già in essere tra le parti», ovvero tra l’imprenditore e il boss, e avrebbe assunto «un contegno tendente nella generalità dei casi ad escludere una qualsiasi sua interferenza nel rapporto tra Renda e Anello».

Dunque, è scritto in sentenza, Tedesco «si limita a riportare le richieste attinenti alle variazioni concernenti le opere da effettuare che emergono nel corso dei lavori, richieste provenienti dal committente all’Anello e viceversa. Anche nel riportare aspetti concernenti lavori di minore importanza nell’ambito di una più importante attività di cantiere, sottolinea nella generalità dei casi la necessità che i due parlino tra loro e definiscano le varie questioni».

Comportamento «eticamente riprovevole»

Esiste, sostiene il Tribunale, «una vicinanza tra l’imputato e Rocco Anello». Lo si evincerebbe dai dialoghi: «Tedesco si rapporta all’Anello in toni amichevoli, manifesta grande rispetto». Però questo atteggiamento «eticamente riprovevole, non consente non solo di ritenere sussistente un contributo di Tedesco all’estorsione in questione, ma altresì di sostenere l’adesione al sodalizio».

Leggi anche ⬇️

La condanna in Petrolmafie

Una lettura diversa è quella che dà il Tribunale di Vibo Valentia – Gianfranco Grillone, Laerte Conti e Alessio Maccarone – che ha condannato a 10 anni di reclusione Francescantonio Tedesco per un caso di estorsione aggravata nell’ambito del processo Petrolmafie. In questo procedimento vengono contemplati i lavori di costruzione del nuovo complesso par­rocchiale di Pizzo. L’accusa a Tedesco è che, «quale esponente della cosca Anello» avrebbe contribuito ad imporre alla persona offesa la ditta di Daniele Prestanicola per la fornitura della metà del cemento necessario ai lavori. In questo caso per i giudici di Vibo la responsabilità dell’ex consigliere comunale di Vibo si sarebbe manifestata senza «nessun dubbio».

Articoli correlati

top