Operazione Maestrale, l’età che avanza permette a un imputato di Mileto di lasciare il carcere
Arresti domiciliari per un 70enne indicato quale esponente di spicco della ‘ndrina di Comparni
Lascia il carcere per gli arresti domiciliari Armando Galati, 70 anni, di Mileto, imputato nel maxiprocesso nato dall’operazione antimafia denominata Maestrale-Carthago. La decisione è del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, in accoglimento di un’istanza proposta dagli avvocati Giuseppe Bagnato e Giuseppe De Luca. Armando Galati viene indicato dalla Dda di Catanzaro come soggetto apicale della “Società maggiore” della ‘ndrangheta di Mileto e risponde del reato di associazione mafiosa quale presunto appartenente di spicco della ‘ndrina di Comparni. Nei confronti del 70enne, anche l’accusa di concorso in due vicende estorsive: una nei confronti della ditta Muraca srl, società dedita alla raccolta dei rifiuti nei comuni di Mileto e Briatico, l’altra (contestata nella forma tentata) ai danni delle società Satel srl e Frasal srl, aggiudicatarie dell’appalto relativo ai lavori eseguiti per il passaggio della fibra ottica nella frazione Comparni di Mileto. Con apposita istanza, la difesa ha rappresentato l’opportunità di procedere ad una sostituzione della misura in carcere in considerazione dell’insussistenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza a carico di un soggetto che ha compiuto da poco i 70 anni di età, evidenziando a tal fine come la sola gravità del titolo di reato contestato – anche quando oggetto di imputazione sia la partecipazione con ruolo di spicco ad una presunta associazione di stampo mafioso – non è per ciò solo bastevole a mantenere l’imputato in carcere. Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, ritenendo non individuabili eccezionali esigenze cautelari, in ragione dell’età di Armando Galati, ha quindi accolto l’istanza formulata dalla difesa e ha così disposto lasciato il carcere per arresti domiciliari.
Da ricordare che Armando Galati nel marzo scorso è rimasto coinvolto anche nell’operazione Maestrale 3 con l’accusa di essere partecipe ad un’associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, fornendo alla stessa ingenti quantitativi di droga e mantenendo uno stretto contatto con Michele Galati di Paravati e Giuseppe Accorinti di Zungri, capi e promotori del sodalizio. Per Armando Galati, anche l’accusa di aver personalmente detenuto marijuana di qualità albanese che avrebbe destinato alla vendita per un prezzo di 1.600,00 euro al chilo, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare le articolazioni mafiose di Zungri e Mileto. Anche in tale caso, a seguito dell’accoglimento del ricorso presentato dalla difesa, Armando Galati aveva ottenuto dal Tribunale del Riesame di Catanzaro l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per assenza di gravi indizi che potessero significare l’effettiva e stabile partecipazione all’interno del sodalizio che sarebbe capeggiato da Michele Galati e Giuseppe Accorinti, così incassando l’immediata scarcerazione.
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