giovedì,Gennaio 2 2025

Omicidio Bellocco, il mistero dello «spocchioso calabrotto» nei verbali di Beretta: «Un Mancuso o un Morabito, confondo i cognomi»

Uno dei capi ultrà della curva dell’Inter descriveva così un esponente della criminalità calabrese. Finora si era creduto che si riferisse al rampollo del clan di Rosarno ucciso. Ma dai resoconti dell’interrogatorio emerge un’altra verità

Omicidio Bellocco, il mistero dello «spocchioso calabrotto» nei verbali di Beretta: «Un Mancuso o un Morabito, confondo i cognomi»
In primo piano Andrea Bellocco, alle sue spalle Andrea Beretta

I verbali di Andrea Beretta, capo ultrà pentito che ha guidato la Curva Nord interista, riscrivono una delle intercettazioni clou dell’inchiesta Doppia Curva, che ha svelato il tentativo della ’ndrangheta di scalare San Siro. Il personaggio chiave, Antonio Bellocco, rampollo del clan di Rosarno, è stato ucciso proprio da Beretta il 9 settembre 2024. Da quello che “Berro” racconta ai pm della Dda di Milano, la comparsa di quello che sarebbe diventato il suo (e di Marco Ferdico) socio negli affari criminali del tifo sarebbe stata più recente di quanto finora creduto. Osservazione che aggiunge un nuovo tassello alla storia e introduce nuovi personaggi nel progetto di infiltrazione mafiosa sugli spalti della Scala del calcio. Personaggi, va da sé, tutti calabresi e ancora misteriosi. I verbali, però, contengono decine di pagine omissate.

«Lo “spacchioso calabrotto” non era Bellocco»

Andiamo con ordine e ripartiamo da una delle intercettazioni più note dell’inchiesta. Il passaggio è dirimente: stando alle indagini della Squadra Mobile di Milano il 12 novembre del 2022, qualche settimana dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, capo storico della Nord dell’Inter, «si è avuto percezione dei cambiamenti in corso» nell’ambiente quando le intercettazioni fecero scoprire «la comparsa sulla scena di un soggetto, di origini calabresi, definito “spacchioso (arrogante, ndr) calabrotto”». La definizione si deve a uno dei capi ultrà in corsa per raccogliere l’eredità di Boiocchi. Per tutti quello «spacchioso calabrotto» era proprio Antonio Bellocco, arrivato in Lombardia per garantire appoggio agli amici Ferdico e Beretta. Bellocco in effetti lo farà ma qualche tempo dopo. Lo stesso Beretta, infatti, spiega che il rosarnese in quel chiarimento del 12 novembre 2022 non c’era.

«Il 12 – osserva un ufficiale di polizia giudiziaria che partecipa all’interrogatorio – c’era stato un incontro dove, dalle attività tecniche, è emerso che c’era Ferdico con un calabrese spocchioso». «Ma non c’era Antonio, però», risponde Beretta.

L’incontro con «il parrucchiere» legato a Ferdico

«Appunto, chi era questo calabrese spocchioso?», incalza il pubblico ministero.
«Era quello che vi dicevo ieri – risponde l’ex capo ultrà – con la barba. Lo chiamavano “il parrucchiere”, so che c’aveva a che fare con Marco (Ferdico, ndr) a livello di movimentazione di stupefacenti, però so che questo qui ha delle attività, appartiene a una famiglia adesso non mi ricordo se Morabito o Mancuso, io mi confondo sempre con ‘sti due nomi, però appartiene a qualche famiglia di queste qui? 100%. E siamo andati con lui da Bosa, solo che… non c’era».
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