mercoledì,Gennaio 1 2025

Quarantenne calabrese ucciso nella Bergamasca per difendere la figlia, arrestato lo zio del fidanzato

Era originario di Gioia Tauro ma viveva al Nord da anni. È stato freddato a colpi di pistola al culmine di una lite

Quarantenne calabrese ucciso nella Bergamasca per difendere la figlia, arrestato lo zio del fidanzato
Il luogo dell'omicidio

Un uomo originario di Gioia Tauro è stato ucciso ieri nella Bergamasca al culmine di una lite, per aver difeso una delle sue tre figlie dai presunti maltrattamenti da parte del fidanzato. Entrambe le famiglie sono di origini calabresi. La vittima è Roberto Guerrisi, di 42 anni, freddato a colpi di pistola a Pontirolo Nuovo. Per il suo omicidio è stato fermato Rocco Modafferi, 58 anni, zio del fidanzato in questione.

I carabinieri di Treviglio, che indagano coordinati dal sostituto procuratore Giampiero Golluccio, hanno interrogato per tutta la notte diverse persone appartenenti sia alla famiglia di Roberto Guerrisi, ucciso davanti alla Db Car di Domenico Bonfiglio sia della famiglia Bonfiglio, a cui appartiene il fidanzato di una delle tre figlie di Guerrisi, che hanno 15, 18 e 22 anni.

Entrambe le famiglie sono di origine calabrese e sembra che ieri Guerrisi fosse andato al capannone della Db Car, un’autorivendita di macchine, perché voleva difendere la figlia da maltrattamenti subiti dal fidanzato. Per tutta la notte sono anche proseguite le ricerche dell’arma del delitto, sia nell’abitazione dei Bonfiglio, sopra il capannone, sia nei campi circostanti. Sono stati sentiti i membri delle due famiglie che vivono nella Bergamasca da anni.

Oltre a Rocco Modafferi, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, i carabinieri hanno indagato anche altre due persone, sue parenti di Modafferi, con l’accusa di favoreggiamento personale. L’uomo si trova ora in carcere a Bergamo, dove nelle prossime ore sarà sentito dal gip. Per la individuazione del presunto autore del delitto sono state determinanti le immagini acquisite dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza privato, che hanno ripreso la scena del crimine. Modafferi, incensurato, vive in un appartamento posto in un edificio limitrofo alla scena del crimine ed è il fratello della madre del ragazzo coinvolto nella disputa tra le due famiglie e che, secondo quanto ricostruito, avrebbe usato violenza contro la figlia di Guerrisi.

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