Acquaro, airone ferito a colpi di fucile. La denuncia del Wwf di Vibo Valentia: «Vile atto di bracconaggio»
Con il salvataggio del volatile sale a quota cento il numero di animali recuperati nel 2024 dall'organizzazione ambientalista che lancia l'allarme: «Si colpiscono specie protette mentre la legge agevola la caccia a scapito della biodiversità»
Un airone cenerino, splendido esemplare della fauna selvatica italiana, è stato ritrovato gravemente ferito sulle sponde del fiume Amello, nei pressi di Acquaro, in provincia di Vibo Valentia. Un episodio descritto dal Wwf di Vibo Valentia – intervenuto per il recupero dell’animale – come «un vero e proprio vile atto di bracconaggio».
A dare l’allarme sono stati alcuni cittadini e Valerio Colaci, che hanno contattato Pino Paolillo, responsabile del settore conservazione dell’associazione. L’airone presentava una grave frattura esposta dell’ala. Grazie alla collaborazione di Francesco Scarmozzino, l’animale è stato consegnato al naturalista, che ha deciso di trasferirlo immediatamente al Centro di Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Catanzaro, trasferimento che è stato possibile grazie a una staffetta organizzata con Salvatore Iozzo, dirigente regionale della Guardia Agroforestale.
Presso la struttura veterinaria di Catanzaro, una radiografia ha rivelato la presenza di un pallino da caccia. «Questo dimostra che l’animale è stato colpito deliberatamente, nonostante appartenga a una specie protetta e facilmente riconoscibile per le grandi dimensioni» ha sottolineato il WWF.
Cento animali salvati nel 2024
Con il recupero di questo airone, il WWF di Vibo Valentia ha raggiunto quota cento animali salvati nel corso del 2024. Tra questi, ben 11 gheppi, 8 poiane, 8 allocchi, 3 civette, oltre a barbagianni, rondoni, balestrucci, gabbiani reali e perfino tartarughe palustri. Tra questi anche il salvataggio di un biancone, noto come “aquila dei serpenti”, che era stato recuperato sulla statale 18 e liberato dopo le cure presso il CRAS.
Nonostante questi successi, l’anno si conclude con un senso di amarezza. Il WWF ha ribadito che le principali cause di ferimento o morte per gli animali selvatici sono le collisioni stradali, gli avvelenamenti, le cadute dai nidi e, purtroppo, le ferite da arma da fuoco.
Critiche alle modifiche legislative
Oltre al lavoro sul campo, l’organizzazione ambientalista ha espresso forti preoccupazioni per un emendamento recentemente approvato dal Parlamento, che modifica la legge sulla tutela della fauna (n.157 del 1992). «Si tratta di un attacco diretto alla biodiversità e all’ambiente, sanciti dall’articolo 9 della Costituzione» ha affermato il WWF.
Tra le modifiche introdotte, l’organizzazione ambientalista denuncia il dimezzamento dei termini per impugnare i calendari venatori davanti al TAR e la limitazione della possibilità di sospendere la caccia in via cautelare. Questi cambiamenti, secondo l’associazione, favoriscono esclusivamente una minoranza di cacciatori, a scapito della tutela degli animali selvatici.
«Ma cosa c’entri una legge di bilancio con la caccia lo spiega l’onorevole Mangialavori, presidente della Commissione Bilancio», ha sottolineato il WWF, riferendosi alle dichiarazioni del deputato vibonese. Secondo Mangialavori, le modifiche all’articolo 18 della legge 157/92 servirebbero a «conferire un quadro di certezza ai calendari venatori» e avrebbero «rilevanti effetti economici diretti e indiretti», grazie al gettito derivante dalle licenze di caccia.
«Detto in parole povere – conclude il Wwf di Vibo – più licenze di caccia ci sono (e più animali si ammazzano per passatempo) e più soldi circolano. Alla faccia della tutela della biodiversità sancito dalla Costituzione e del patrimonio indisponibile dello Stato rappresentato dagli animali selvatici. Gli stessi che non possono né votare, né lamentarsi, ma solo morire per il divertimento di alcuni».