Tropea bella ma fragile: la mareggiata fa danni sul lungomare Antonio Sorrentino, inibito l’accesso (come anni fa) alla bretella pedonale
Scatta l'ordinanza commissariale di «chiusura con divieto di circolazione pedonale dal tratto Marina del Convento (Lido la Pineta) a Marina di Rocca Nettuno. Tornano intanto sulla strada le transenne di segnalazione dei tombini scoperti
I commissari straordinari del Comune di Tropea hanno da poco emesso l’ordinanza di «chiusura con divieto di circolazione pedonale sul Lungomare di Tropea dal tratto Marina del Convento (Lido la Pineta) a Marina di Rocca Nettuno, bretelle comprese». Il provvedimento è stato emesso «a causa delle avverse condizioni meteorologiche verificatesi in data odierna in questo territorio», si legge nell’ordinanza. «Moti ondosi hanno interessato il litorale marino causando numerosi danni al lungomare», ed essendo questo «intensamente frequentato da persone in transito, necessita pertanto prioritario salvaguardare la pubblica incolumità da pericoli provocati dagli eventi in corso».
Questa mattina infatti, la bretella pedonale del lungomare “Antonio Sorrentino” è stata inibita al pubblico a causa delle ripetute mareggiate che hanno colpito la costa negli ultimi giorni. Il maltempo di queste ore ha ulteriormente aggravato la situazione, compromettendo sia il basamento del camminamento che alcuni accessi alla spiaggia. Per garantire la sicurezza dei cittadini, la Polizia municipale, sotto la direzione del comandante Domenico Papalia, ha immediatamente installato transenne nella zona e ha provveduto a sigillare le aree pericolanti con nastro di segnalazione bianco e rosso. Un sopralluogo congiunto effettuato dall’Ufficio tecnico comunale ha messo in evidenza la necessità di un intervento urgente.
I Vigili urbani inoltre, hanno intensificato il monitoraggio anche sul tratto stradale del lungomare, in particolare nella zona di Marina del Convento, dove le fogne tendono a fuoriuscire dai tombini ad ogni perturbazione meteorologica. Le transenne posizionate sull’asse stradale segnalano specificamente i punti critici in cui i tombini vengono frequentemente divelti dalla forza dell’acqua piovana, creando una miscela pericolosa di fanghiglia e vortici superficiali che possono nascondere tombini aperti. In passato, la mancanza di segnalazioni adeguate ha portato a incidenti, con pedoni che sono caduti in seguito alla scarsa visibilità dell’asse stradale, completamente allagato dalla pioggia e dalla risalita dei reflui urbani.
Questa situazione di pericolo non ha colpito solo i pedoni, ma ha anche causato seri danni agli automobilisti con veicoli danneggiati dalla precarietà delle infrastrutture. Nonostante la fama internazionale di Tropea, conosciuta come la “Perla del Tirreno”, la città continua a mostrare le sue fragilità, evidenziate ogni volta che si verifica un maltempo, con problematiche croniche che gravano sempre più sui suoi residenti. I cittadini attendono da anni interventi risolutivi che possano restituire sicurezza e stabilità a un lungomare che, pur essendo una delle principali attrazioni turistiche della cittadina costiera, necessita di un’attenzione costante per preservarne la bellezza e la funzionalità, specie dal ciclico avanzamento del mare con conseguente erosione costiera.
La fragilità della bretella pedonale del lungomare ha preso a manifestarsi nuovamente nel novembre del 2016 (come mostrano le foto a seguire) quando, a fronte delle forti mareggiate che hanno aggredito la costa, la forza delle onde (proseguita fino a gennaio inoltrato e poi nuovamente a marzo) ha portato via diversi metri cubi di sabbia e scalzato gli scogli su cui poi era stato costruito il camminamento da cui è possibile anche accedere a spiaggia e locali. Dapprima la ringhiera in ferro del lungomare, sollecitata dalle possenti onde ha iniziato a cedere, poi, venendo meno la sabbia e gli scogli sotto al basamento, l’area pedonale ha iniziato a cedere con spacche profonde che hanno completamente stravolto la natura dei luoghi.
Una ferita che molti tropeani ancora ricordano e che ha iniziato a sollevare in città, dopo il primo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose, il problema dell’abusivismo edilizio lungo la costa e la selvaggia cementificazione dell’area, come più volte ribadito anche dall’ex capo della Protezione civile ragionale Carlo Tansi (intervenuto sul tema sia nei convegni che con sopralluoghi), coadiuvato anche dalla terna commissariale dell’epoca al Comune e dall’Autorità regionale di bacino (venuta ad ispezionare l’area dopo i crolli). Sebbene le condizioni del lungomare siano state per molto tempo tema caldo in città, inclusa la soluzione di ripristino messa in atto nel 2017 dalla terna commissariale con un progetto redatto dall’Ufficio tecnico (inizialmente di circa 85mila euro di fondi comunali, poi ammontati a 350mila e richiesti alla Regione), il destino travagliato dell’area non può ancora dirsi concluso. Nel frattempo la natura si riprende i suoi spazi vitali, ribellandosi alle costrizioni imposte dall’uomo.
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