La nuova piazza Santa Maria “vietata” ai disabili? Lo storico Montesanti: «Barriere architettoniche ovunque»
Il presunto mancato rispetto delle normative in materia, alimenta le polemiche sul restyling dell'emiciclo: «Non capisco perché le attività commerciali siano obbligate ad avere servizi accessibili, mentre lo stesso obbligo di legge venga trascurato in uno spazio pubblico»
Dopo le polemiche per il dislivello che, secondo il Comune, avrebbe pregiudicato la funzionalità della piazza in rifacimento e la conseguente variante progettuale per la soluzione della criticità, nuove obiezioni vengono mosse, questa volta riguardanti il mancato rispetto delle prescrizioni tecniche previste dalla normativa in materia di barriere architettoniche.
A sollevare il problema, sul suo profilo social, è lo storico e artista Antonio Montesanti che avanza le sue osservazioni in merito alla presenza, in piazza Santa Maria, di numerosi ostacoli fisici che limitano o impediscono la mobilità, in particolare quella dei soggetti con capacità motorie ridotte.
«Credevo che dopo la Legge n.13/1989, che contiene le norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici, fosse impossibile approvare progetti per realizzare una pubblica piazza con barriere e ostacoli architettonici. Mi debbo ricredere». Questo l’amaro commento di Montesanti ,che così prosegue: «Per eliminare definitivamente le macchine da una piazza hanno preferito spendere i soldoni del Pnrr per rifarla con le più moderne barriere architettoniche, invece di mettere un semplice divieto di parcheggio. Non sono il solo a lamentarsi degli eccessivi pericoli alla deambulazione per disabili, ipovedenti ed anziani, nei diversi ed inattesi salti di quota, agli arredi con spigoli vivi, ecc. che potrebbero essere un rischio anche per i più piccoli. Non capisco- osserva ancora Montesanti – perché le attività commerciali private siano obbligate ad avere servizi accessibili, mentre lo stesso obbligo di legge venga trascurato nell’agibilità di uno spazio pubblico. Non entro nel merito della validità o meno del progetto di rigenerazione che, seppur d’effetto, usa comunque materiali totalmente decontestualizzati e fuori luogo rispetto al contesto edilizio dell’intero centro storico, ma se proprio deve essere una provocazione urbanistica, non capisco perché debba essere fatta a discapito delle fasce più deboli della città». E conclude con una previsione: «Non riuscirà ad impedire il parcheggio selvaggio, ragione principe della sua realizzazione». E, infine, un’esortazione: «Terminiamo i cantieri del castello e delle piazze di Bivona, Porto Salvo, San Pietro!».