mercoledì,Dicembre 18 2024

Vibo Marina, convalidato il sequestro di Meridionale Petroli ma la Procura valuta la possibilità della riapertura dello stabilimento con “facoltà d’uso”

La decisione del gip dopo l'apposizione dei sigilli il 5 dicembre scorso per presunti reati ambientali. Intanto sono in atto rilievi tecnici per verificare i rischi ed eventualmente autorizzare la ripresa dell’attività

Vibo Marina, convalidato il sequestro di Meridionale Petroli ma la Procura valuta la possibilità della riapertura dello stabilimento con “facoltà d’uso”
I Cancelli dell'azienda aperti questa mattina per i rilievi della Procura

È stato convalidato dal gip di Vibo Valentia il sequestro del deposito di carburante della Meridionale Petroli eseguito, lo scorso 5 dicembre, dal Nucleo operativo di polizia ambientale della Capitaneria di porto in seguito a un’indagine coordinata dalla Procura di Vibo Valentia. Secondo l’accusa, dal sito industriale, che si trova nella zona portuale di Vibo Marina, si «immetteva uno scarico di acque reflue industriali in condotta fognaria, superando i valori limite fissati dal Testo Unico Ambientale per taluni parametri, tra cui azoto nitroso, tensioattivi totali, ferro ed idrocarburi totali».

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La Meridionale Petroli avrebbe esercitato la propria attività produttiva sprovvista dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Inoltre, in seguito a un monitoraggio sulla qualità dell’aria, sono stati constatati valori anomali di benzene in atmosfera, «costituendo ciò un potenziale pericolo per la salute dei lavoratori del sito produttivo», ha fatto sapere la Capitaneria di porto al momento del sequestro. Alla società viene poi contestato di avere esercitato l’attività d’impresa – ovvero lo stoccaggio e movimentazione di prodotti petroliferi liquidi finiti – in assenza delle preliminari verifiche di assoggettabilità dei progetti degli impianti alla valutazione di impatto ambientale dell’autorità competente.

La Procura di Vibo, guidata da Camillo Falvo, si è preoccupata anche delle conseguenze del fermo e al momento si sta verificando se ci sono le condizioni di sicurezza, per i lavoratori e per l’ambiente, per farli lavorare con facoltà d’uso, sempre in sequestro. In sostanza, si stanno eseguendo delle prove tecniche su modifiche da apportare per permettere all’attività di proseguire pur restando ferma la misura cautelare.

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