venerdì,Dicembre 13 2024

Rinascita Scott: rimane agli arresti domiciliari Antonio Lo Bianco

Il Tribunale del Riesame ha rigettato l’appello della Dda che aveva chiesto il ripristino della custodia cautelare in carcere dopo la condanna di primo grado

Rinascita Scott: rimane agli arresti domiciliari Antonio Lo Bianco
L'aula bunker di Lamezia Terme
Antonio Lo Bianco

Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha rigettato l’appello della Procura Distrettuale che aveva chiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Antonio Lo Bianco, difeso dall’avvocato Giuseppe Bagnato. Il 76enne di Vibo Valentia era stato arrestato a dicembre del 2019 nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott perché ritenuto elemento di vertice della cosca Lo Bianco-Barba, in seno alla quale avrebbe avuto compiti organizzativi in vicende estorsive, nonché quello di organizzare incontri tra sodali e risolvere controversie anche con componenti di altre consorterie. A marzo del 2020 gli sono stati concessi gli arresti domiciliari in piena emergenza Covid in ragione delle precarie condizioni di salute. Nel corso del dibattimento Rinascita Scott era in particolare chiamato a rispondere quale organizzatore dell’omonima associazione mafiosa operante nella città di Vibo Valentia e di tre estorsioni, due tentate ed una consumata, aggravate dalle modalità mafiose, nei confronti di imprenditori che avrebbero appaltato dei lavori nella città di Vibo Valentia, fatti per i quali l’accusa aveva chiesto la condanna a 28 anni di reclusione.
Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, che ha pronunciato la sentenza di primo grado, pur riconoscendo la responsabilità penale del Lo Bianco, lo ha assolto da due vicende estorsive, ed ha riqualificato il ruolo di organizzatore dell’associazione mafiosa a quello di partecipe, condannandolo a 18 anni e 2 mesi di reclusione. Dopo il deposito della motivazione della sentenza, la Dda di Catanzaro aveva chiesto il ripristino della custodia in carcere poiché cessata l’emergenza sanitari della pandemia da Covid, ma soprattutto perché riteneva sussistenti eccezionali esigenze cautelari alla luce della condanna di primo  grado. All’udienza di discussione dell’appello, l’avvocato Giuseppe Banato ha specificato le ragioni per le quali il ricorso della Dda  doveva essere rigettato, supportando le argomentazioni con un’articolata memoria e allegata documentazione.Il Tribunale della Libertà all’esito della camera di consiglio ha quindi rigettato l’appello della Procura distrettuale.Da ricordare che Antonio Lo Bianco era stato già condannato per associazione mafiosa, nel processo nato dall’operazione “Nuova Alba” del 2007, alla pena di 4 anni e 8 mesi.

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