Vibo: autorizzazioni al locale “Mamma non vuole”, il caso al Tar
Respinta una prima richiesta di sospensiva presentata da Benito La Bella, coinvolto nell’inchiesta contro il clan dei Piscopisani

Respinta dalla prima sezione del Tar di Catanzaro l’istanza cautelare di misure monocratiche provvisorie (sospensiva) presentata da Benito La Bella, titolare del locale “Mamma non vuole”, sito a Vibo in piazza Michele Morelli, finalizzata ad ottenere l’annullamento di un provvedimento con il quale l’8 luglio scorso il Comune di Vibo ha rigettato “una fantomatica richiesta (in realtà mai presentata) di rilascio dell’autorizzazione del suolo pubblico per l’installazione di una pedana antistante il pubblico esercizio”. Il ricorso al Tar è stato presentato da Benito La Bella anche per ottenere l’annullamento del “verbale di sopralluogo, effettuato dal comando di polizia municipale unitamente alla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, ove si evince la violazione all’art. 13 della Legge Regionale 34/2009, in quanto si producevano emissioni sonore dopo le ore 24,00 in assenza di autorizzazione in deroga rilasciata la Comune di Vibo Valentia”. [Continua dopo la pubblicità]
Per i giudici amministrativi, l’atto impugnato da Benito La Bella riguarda “solo l’installazione della pedana e non anche l’occupazione di suolo pubblico funzionale all’ombrellone, tavolini e sedie nell’area antistante l’attività commerciale del ricorrente pure compresi nell’autorizzazione comunale”. Inoltre, il “periculum” paventato inerisce a un periodo ormai residuo dell’esercizio autorizzato (fino al 12 agosto) e quindi l’eventuale danno connesso ai prospettati mancati guadagni è per il Tar da ritenersi risarcibile nel caso dovesse vincere nel merito il ricorso. Per tali motivi la sospensiva del provvedimento chiesta da Benito La Bella in questa fase non è stata colta e la trattazione collegiale della domanda cautelare ordinaria è stata fissata per l’11 settembre prossimo.
Da ricordare che il 2 maggio scorso il Comune di Vibo aveva proceduto alla chiusura del locale “Mamma non vuole” dopo una comunicazione della Questura che segnalava il coinvolgimento di Benito La Bella nell’operazione “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani. Il 23 maggio, però, il Tar ha sospeso il provvedimento di chiusura. Nell’ambito dell’inchiesta “Rimpiazzo” l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Benito La Bella è stata annullata dal Tribunale del Riesame. E’ accusato di associazione mafiosa (clan dei Piscopisani) in qualità di persona di fiducia di Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”. Gli viene poi contestata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (oltre a singoli episodi di spaccio di stupefacenti) e il concorso in estorsione aggravata dalle finalità mafiose ai danni del commerciante Rosario La Bella.
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