Cinque anni con i topi come vicini di casa: lo scempio di un rudere nel centro di Dasà. Il sindaco: «Se l’Aterp non lo butta giù lo faremo noi» – VIDEO
Come nel rogo di ieri sera che ha seminato paura nel piccolo centro vibonese, anche questo immobile fu distrutto da un incendio nel 2020. Ma da allora è diventato un ricettacolo di sporcizia e degrado che esaspera i residenti
Il piccolo centro di Dasà, poco più di mille abitanti, nel Vibonese, ha rivissuto nella giornata di ieri quanto accaduto l’11 marzo 2020, quando un incendio, divampato in pieno giorno in via Indipendenza e causato da una canna fumaria, devastava alcuni appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Ieri invece il rogo è divampato in un’abitazione situata accanto alla chiesa, in piazza dell’Immacolata e sarebbe stato causato dal malfunzionamento di una stufa. Fortunatamente nessun danno a persone, gli unici due inquilini non erano infatti all’interno dell’edificio al momento dell’incendio.
Una situazione appunto molto simile a quella dell’11 marzo di quattro anni fa, che purtroppo ancora oggi è una ferita aperta per chi quella casa l’ha persa definitivamente – si tratta di cinque famiglie – ma che sta creando enormi disagi anche a coloro i quali abitano vicino all’immobile che da quel momento è stato completamente abbandonato a sé stesso.
«Inizialmente alcuni sono stati da amici, poi in affitto e qualcuno ha comprato poi una casa nuova rimettendoci tantissimo» spiega una signora che in quella casa è cresciuta con i suoi genitori e suo fratello. «Nessuno ha mai risposto di quanto accaduto, però tuttora ci arrivano le bollette da pagare. Oltre il danno, la beffa».
A denunciare ancora oggi la situazione sono soprattutto i familiari delle persone che hanno perso casa nell’incendio ma anche chi abita vicino all’edificio, che ogni giorno deve fare i conti con il degrado e l’abbandono in cui lo stesso versa e che ha pesanti ripercussioni sull’intera area circostante.
«È uno scempio. Da quattro anni qua non si può vivere tra muffa, sporcizia e puzza» commentano, «la settimana scorsa mi sono entrati i topi in casa, ho dovuto chiamare il falegname per far spostare i mobili dietro i quali si erano nascosti» racconta una signora, «qui c’è un allevamento di topi – commenta con sarcasmo un altro signore – è diventata una situazione insopportabile». Rabbia, amarezza, ricordi andati in fumo e domande troppo a lungo senza una risposta: «Abbiamo bisogno che chi di competenza si faccia sentire, che intervenga in qualche modo».
A rispondere all’appello dei residenti è il primo cittadino di Dasà Raffaele Scaturchio, tra i primi a recarsi sul posto in occasione dell’incendio e che, nei giorni scorsi, si pronunciava così ai nostri microfoni: «Quello che si può fare lo dove decidere il proprietario dell’immobile e cioè l’Aterp. Oggi allora mi rivolgo al commissario di Aterp, che venga a vedere la situazione e verificare il disagio che comporta quotidianamente per gli abitanti di Dasà. Altrimenti – conclude – emanerò un’ordinanza contingibile e urgente e, trascorsi i 90 giorni dall’ordinanza, ci sostituiremo noi all’Aterp procedendo con la demolizione dell’intero fabbricato e addebiteremo le spese a chi di competenza».